GROTTAMMARE – «Continua ad amarci dal Paradiso come hai sempre fatto, sarai l’Angelo custode della nostra Big Family». E’ una parte del commovente messaggio letto dalla giovane figlia Annamaria, durante il funerale di Stefania Bruglia. Davvero stracolma la chiesa della Madonna della Speranza per il rito che, giovedì 29 agosto, ha dato l’estremo saluto alla donna, 49 anni, morta all’ospedale Mazzoni di Ascoli a seguito di una malattia che recentemente aveva scoperto di avere.
Tante persone hanno assistito al rito dall’esterno, in un pomeriggio dal caldo quasi opprimente. Rose bianche e rosse sulla bara, che entra ed esce dalla chiesa omaggiata da un picchetto d’onore del gruppo Scout Grottammare 3: compagine familiare per Stefania ed i suoi congiunti.
A presiedere la funzione, il parroco don Dino Pirri: legato a Stefania da una profonda amicizia. Un’amicizia che oggi è già mancanza: mutamento emerso dal tono rotto della voce e dai contenuti dell’omelia pronunciata dal sacerdote: «Come vorrei incontrare Dio facci a faccia, così da potergli parlare e ascoltare direttamente la sua voce per chiedere il senso di questa nostra storia. Per chiedere di portare un po’ di luce in questo giorno. Per ricevere da Lui alcune parole di consolazione che noi non ci sappiamo dare. Sicuramente per domandare, anche sfacciatamente, se questa nostra storia non potesse andare diversamente da quella che c’appare. Potrebbe sembrare una domanda blasfema, potrebbe sembrare un’esigenza di chi non ha fede. Ma non è così».
«E’ la mia umanità che Dio ha scelto di abitare che oggi mi fa dire: Signore, perché tutto questo? Signore non potevi fare diversamente? Signore, perché sembra che il male vinca sempre? Non tutto è comprensibile – ha proseguito -. Umanamente rimane un velo che ci nasconde, in parte, la verità dell’esistenza. Perché noi non siamo i padroni della storia. Non siamo noi a darci la vita. Essa ci viene consegnata, come un dono e a noi tocca impararlo a leggere, a decifrarne il valore, a non sprecarne neppure un attimo».
Poi Don Dino passa a tratteggiare il ricordo: «Stefania ha avuto una vita bella, gioiosa, ma anche segnata dalla sofferenza, durante la quale ha incontrato il Signore. Da quel giorno la sua storia è cambiata e sempre ha lasciato che fosse quest’incontro a illuminare la sua vita, a orientarne le scelte. In questi giorni ho sentito ricordare il suo sorriso, l’amore per la sua famiglia, l’amore per tutti e la sincerità nell’amicizia. E anche la passione per migliorare il mondo, a partire dalle piccole cose, l’attenzione soprattutto ai poveri. La tenacia, ma anche la leggerezza nell’affrontare la malattia e la morte. Tutto questo non perché avesse compreso tutto della vita, ma perché nella sua vita ha incontrato Gesù. Stefania ha incontrato Gesù e lo ha riconosciuto come il suo Signore, il Risorto, che sovverte la storia e ci dona l’eternità. Innanzitutto l’ha incontrato nel Vangelo e nell’Eucarestia. E nei poveri. Stefania ha sempre combattuto perché tutti coloro che le erano accanto potessero vivere con frutto quest’incontro con Gesù».
Insieme con Don Pirri, a concelebrare il rito altri sacerdoti tra cui: monsignor Romualdo Scarponi, don Anselmo Fulgenzi, don Luciano Paci, padre Silvano Nicoli, padre Renato Pegorari, don Gianluca Rosati, Don Giuseppe Raio, don Luciano Paci, il diacono Silvio Giampieri e il diacono Emanuele Imbrescia. Tutti loro, come tante altre persone, hanno conosciuto e stimato Stefania, in primis per il suo forte attivismo sociale e nella comunità parrocchiale e diocesana, «sempre con un’attenzione particolare rivolta ai più poveri, quelli che nessuno vuole» come ricordato più volte durante la funzione.
Come detto all’inizio, uno dei momenti più toccanti è stato quando la figlia scout, Annamaria, ha letto un messaggio in ricordo della mamma, rivolgendosi direttamente a lei: «Sembra di essere immersi in un sogno, dal quale svegliarci e ritrovarti qui con noi. Ma Gesù ha deciso che per te era arrivato il momento di custodirci dal Paradiso, ora proteggi la tua famiglia come un Angelo custode. Aiuta la tua Big Family, come ti piaceva chiamarci, a superare queste difficoltà. Ti ringraziamo per tutto quello che ci hai saputo insegnare e tutti noi siamo certi che continuerai ad amarci, come hai sempre fatto».
Nonostante la straordinaria presenza di persone, la funzione si è svolta avvolta in un rispettoso silenzio. L’unico applauso si è sentito quando don Dino ha letto una lettera di tenero amore che la stessa Stefania, anni addietro, aveva scritto al marito Luca Michettoni per evidenziare proprio come grazie all’amore ed al sostegno familiare si possano superare tutte le difficoltà che la vita prima o poi ci riserva.
Terminato il rito funebre, la salma è stata accompagnata presso il cimitero di Grottammare, dove ora riposa in pace. Stefania lascia il marito Luca Michettoni, i figli Jacopo, Lorenzo, Simone, Annamaria, Cristiano e Sanjin, la mamma Anna Maria, il papà Francesco e la sorella Manuela.