“Chiediamo anche noi allo Spirito Santo la forza di non spaventarci davanti a chi ci comanda di tacere, ci calunnia e addirittura attenta alla nostra vita. Chiediamogli di rafforzarci interiormente per essere certi della presenza amorevole e consolatrice del Signore al nostro fianco”.
Lo ha detto Papa Francesco nella catechesi dell’udienza di ieri, durante la quale – davanti a circa 10mila persone – ha proseguito il ciclo di catechesi sugli Atti degli Apostoli, incentrando la sua meditazione sul tema “‘Quando Pietro passava…’ (At 5,15). Pietro principale testimone del Risorto”. Soffermandosi sul servizio dell’apostolo Pietro, il Pontefice ha evidenziato che “senza che egli faccia nulla, la sua ombra diventa ‘carezza’ risanatrice, comunicazione di salute, effusione della tenerezza del Risorto che si china sui malati e restituisce vita, salvezza, dignità”. “In tal modo, Dio manifesta la sua prossimità e fa delle piaghe dei suoi figli ‘il luogo teologico della sua tenerezza’”, ha aggiunto, citando la meditazione mattutina a Casa Santa Marta del 14 dicembre 2017.
Nelle parole di Francesco è ritornato un insegnamento cui aveva fatto cenno poco prima: “Nelle piaghe degli ammalati, nelle malattie c’è sempre la presenza di Gesù, che chiama tutti noi ad accudirli”. Poi, il riferimento all’”azione risanatrice” di Pietro, che “suscita l’odio dei sadducei”, ha osservato il Papa, che ha ricordato la risposta di Pietro, il quale “offre una chiave della vita cristiana”, cioè “obbedire a Dio invece che agli uomini”: ciò “significa ascoltare Dio senza riserve, senza rinvii, senza calcoli; aderire a Lui per diventare capaci di alleanza con Lui e con chi incontriamo sul nostro cammino”.