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Dialogo interreligioso: don Savina (Cei), “giovani cristiani e musulmani a scuola di futuro per una nuova società”

“Il documento di Abhu Dabi chiede concretezza. Questa Summer School è concretezza. Qui ci sono giovani cristiani e musulmani protagonisti della storia che viene. Una ricchezza straordinaria per la pace, la giustizia, la solidarietà, per costruire una società nuova”. Lo ha detto don Giuliano Savina, direttore dell’Ufficio nazionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso (Unedi) della Cei, aprendo la seconda edizione della Summer School “Fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune”, in corso a Marzabotto, presso la Scuola di pace “Monte Sole”, fino all’8 settembre.
L’evento, promosso da Unedi con la Comunità religiosa islamica italiana (Coreis.), l’Unione delle comunità e organizzazioni islamiche in Italia (Ucoii) e la Confederazione islamica italiana (Cii), riunisce universitari cristiani e musulmani, per un’attività di formazione e scambio sul tema dell’identità religiosa e dell’impegno civile. Al centro dei lavori il documento firmato nel febbraio scorso ad Abu Dhabi da Papa Francesco e dal Grande Imam di Al-Azhar. Don Savina ha portato il saluto di mons. Stefano Russo, segretario generale della Cei. Nel messaggio, mons. Russo definisce il documento “pietra miliare non solo per le relazioni islamo-cristiane, ma per l’umanità”. Ricordando Marzabotto come “luogo della memoria” per le stragi nazifasciste del 1944, il segretario generale, ha inoltre osservato come “il mondo di oggi non sia privo di violenze e atrocità”. “Per questo – ha concluso – la Chiesa italiana ha investito in un progetto che risponde al male con la potenza del bene”.

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