Con questo nuovo strumento giuridico voluto da Papa Francesco, la Chiesa compie dunque un nuovo e incisivo passo nella prevenzione e nel contrasto degli abusi nella linea delle risposte efficaci e concrete.
Per conoscere meglio questo importante servizio diocesano abbiamo intervistato il Vescovo Carlo Bresciani. Clicca qui per leggere il regolamento
Eccellenza, abbiamo letto che lei ha aperto uno “Sportello” per la segnalazione di abusi sessuali su minori o su adulti vulnerabili relative a chierici o a membri di Istituti di vita consacrata o Società di vita apostolica. Vuole spiegarci di che cosa si tratta?
Papa Francesco all’art. 2 del Motu proprio Vos estis lux mundi (7 maggio 2019) stabilisce che, entro un anno, un tale “Sportello” debba essere aperto in ogni Diocesi allo scopo di raccogliere segnalazioni di abusi sessuali su minori o su adulti vulnerabili relative a chierici o a membri di Istituti di vita consacrata o Società di vita apostolica. È una risposta molto forte da parte della Chiesa per affrontare eventuali casi dolorosi di tali delitti. Si tratta di toglierli da qualsiasi forma di copertura e offrire alle persone abusate la possibilità di non essere abbandonate a se stesse.
Il Regolamento, che è stato pubblicato con mio decreto, rende noto a tutti il modo in cui lo “Sportello” agisce.
Chi può fare queste segnalazioni?
Ogni persona che ne sia a conoscenza. Il papa stabilisce che chierici, membri di Istituti di vita consacrata e Società di vita apostolica sono obbligati a segnalare, qualora fossero a conoscenza di tali delitti; i fedeli, invece, sono fortemente esortati a farlo.
Perché segnalazioni di abusi sessuali su minori o su adulti vulnerabili solo relative a chierici o a membri di Istituti di vita consacrata o Società di vita apostolica?
Perché si tratta di persone nei confronti delle quali la Chiesa, a norma del diritto canonico, può e deve prendere provvedimenti, una volta accertata la verità dei fatti segnalati. Gli abusi sessuali su minori compiuti da laici sono ugualmente delitti molto gravi che devono essere segnalati direttamente all’Autorità giudiziaria.
Perché uno “Sportello” diocesano? Non basterebbe dire di segnalare all’Autorità Giudiziaria?
Lo “Sportello” non intende affatto sostituire il ricorso all’Autorità Giudiziaria, cosa che, a chiunque si rivolga allo “Sportello”, viene sempre e comunque consigliata e mai in alcun modo ostacolata. Lo “Sportello” è sempre disponibile a collaborare, nella corretta distinzione dei ruoli, con l’Autorità Giudiziaria ogni volta che ne venisse richiesto. Inoltre, una volta accertata la veridicità dei fatti segnalati, a norma delle linee guida emanate dalla Conferenza Episcopale Italiana, lo “Sportello”per dovere morale, passa la segnalazione all’Autorità giudiziaria.
Non basta il ricorso all’Autorità giudiziaria, perché i chierici, i membri di Istituti di vita consacrata o di Società di vita apostolica sono passibili anche di provvedimenti canonici a norma del diritto della Chiesa cui sono sottoposti.
Che fa lo “Sportello” di fronte a segnalazioni anonime?
Non prende assolutamente in considerazione segnalazioni anonime. Tutto ciò che è anonimo viene immediatamente cestinato. La segnalazione è un fatto molto serio sia per l’abusato, sia per colui che viene accusato: il tutto può avere seguito con un processo penale e canonico dalle gravissime conseguenze per il colpevole sicuramente, ma anche per l’eventuale calunniatore. Per questo, per ogni segnalazione fatta viene redatto un verbale dettagliato, sottoscritto da colui che sporge la segnalazione. Tale verbale, conservato nell’archivio riservato dello “Sportello”, può essere fornito all’Autorità Giudiziaria.
Non si accettano segnalazioni anonime, ma, anche con l’accusato, viene protetta l’identità di colui che segnala. Viene protetta soprattutto l’identità dell’abusato.
Che cosa fa lo “Sportello” una volta ricevuta la segnalazione?
Vengono immediatamente informati i Superiori dell’accusato. Per i chierici viene informato il Vescovo diocesano e per i religiosi il loro Superiore maggiore. Se la segnalazione è chiaramente infondata, il caso viene archiviato specificando la motivazione. In caso contrario, si procede con una indagine previa, riservata a tutela di tutti. Se l’indagine previa conferma la non evidente infondatezza della segnalazione, il Vescovo o il Superiore maggiore avviano le procedure previste dal diritto canonico, prendono i provvedimenti necessari e la segnalazione può essere passata all’Autorità Giudiziaria. Il tutto sempre in accordo con i genitori del minore o con il tutore legale dell’adulto vulnerabile.
C’è un responsabile dello “Sportello”
Certamente. Si tratta della Prof.ssa Monica Avaltroni. Spetta a lei raccogliere le segnalazioni, redigere e conservare i verbali.
Come si fa ad accedere allo “Sportello”
Chiunque sia a conoscenza di fatti da segnalare può accedere allo “Sportello”, previo appuntamento telefonico (0735- 595093). La sede è in Via Pizzi 25 a san Benedetto del Tronto, presso i locali del “Centro Famiglia”.
Oltre allo “Sportello”, lei ha costituito anche una equipe diocesana per la tutela dei minori e degli adulti vulnerabili. Di cosa si tratta?
Sì, certamente. Le linee guida della Conferenza Episcopale Italiana che danno seguito al Motu proprio di Papa Francesco, chiedono che ci sia per ogni Regione Ecclesiastica un Vescovo Referente per la tutela dei minori e degli adulti vulnerabili. I Vescovi della Conferenza Episcopale Marchigiana hanno nominato il Sottoscritto. Chiedono, inoltre, che ogni Diocesi abbia un Referente diocesano con una equipe che collabori con lui. Per questo ho proceduto a nominare P. Gabriele Lupi Referente Diocesano. L’equipe che collabora con lui è così composta: Avv. Diacono Giovanni Bettoni; dott.ssa Maria Cristina Valeria Valori, dott. Giuseppe Romani, Prof.ssa Pina Mozzoni, Prof.ssa Monica Avaltroni. Il loro compito è quello di promuovere in Diocesi formazione, adeguata sensibilità e competenza nella tutela dei minori e delle persone vulnerabili.
Un impegno notevole, quindi
Certamente. La Chiesa intende farsi carico con decisione di una problematica sociale così grave, mantenendo grande attenzione alla cura e alla protezione dei minori e delle persone vulnerabili, come è sempre stato, ma pronta ad intervenire là dove questa venisse macchiata di delitti di tale gravità. Non dobbiamo, comunque, mai dimenticare il molto bene che la Chiesa continua a fare con la sua presenza e la sua attività in questi ambiti di vita.