In attesa del 24 settembre, giorno della probabile pronuncia della Corte costituzionale in materia di suicidio assistito, dalle associazioni cattoliche arriva un fermo no a questa pratica e ad ogni forma di eutanasia e l’auspicio che il nuovo governo investa nelle cure palliative, rafforzandole e garantendone l’accesso a tutti.
Intanto, il Tavolo famiglia e vita istituito presso la Cei promuove l’11 settembre a Roma l’incontro di riflessione “Eutanasia e suicidio assistito. Quale dignità della morte e del morire?”, che come momento cardine vedrà un intervento del cardinale presidente della Cei Gualtiero Bassetti. “All’evento – spiega in un’intervista al Sir Tonino Cantelmi, presidente Aippc (Associazione italiana psicologi e psichiatri cattolici che fa parte del Tavolo) – hanno già assicurato la propria partecipazione oltre 50 associazioni, tra le quali le 32 che lo scorso 11 luglio hanno rilanciato un grido forte e appassionato per la vita, sempre degna di essere vissuta”. Quanto al nuovo governo, Cantelmi auspica maggiore attenzione per questi temi.
“Non intendiamo giudicare nessuno – spiega –; vogliamo piuttosto avere autentica compassione per tutti quelli che soffrono a causa di malattie inguaribili o disabilità importanti”. E la risposta da offrire a chi teme di essere abbandonato o di costituire un peso è fatta di accoglienza, prossimità, accompagnamento. Per questo la richiesta di garantire a tutti l’accesso a queste cure non è una questione cattolica ma una battaglia di civiltà per superare una disuguaglianza che colpisce malati in condizione di estrema fragilità umiliandone la dignità. Diversamente, avverte il giurista Alberto Gambino, presidente di Scienza & Vita, anch’essa membro del Tavolo, “sarebbero soprattutto le persone più vulnerabili e più deboli a essere spinte verso forme di interruzione della propria esistenza prima del suo spirare naturale”.