“Bisogna trovare soluzioni politiche e attuare la giustizia in quegli Stati del mondo dove i cristiani sono ancora esposti a persecuzione”. Lo ripete più volte il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Conferenza episcopale italiana, da pochi giorni ritornato in Italia da una visita in Sri Lanka durante la quale ha visitato le chiese colpite nel giorno di Pasqua da sanguinosi attentati terroristici.
Perché un viaggio in Sri Lanka?
Sono partito su invito del card. Albert Malcolm Ranjith Patabendige Don, arcivescovo di Colombo. Ho partecipato all’inaugurazione di due complessi realizzati anche grazie ai fondi dell’8xmille: un centro agricolo dove lavorano decine di giovani che si dedicano all’allevamento dei bovini e alla produzione casearia e un grande istituto di formazione dedicato a Benedetto XVI in un villaggio dove sorgeva una scuola dei Maristi. Con l’occasione sono andato a visitare anche le chiese di Sant’Antonio a Colombo e di San Sebastiano a Negombo teatro dei terribili attentati.
Che Paese ha trovato?
Lo Sri Lanka è un Paese che ha registrato un forte progresso dal punto di vista sociale. Attorno a Colombo e alle altre grandi città non ci sono baraccopoli. Lo Stato ha realizzato migliaia di case popolari.
La Chiesa rappresenta circa il 10% della popolazione, ma è un’istituzione molto apprezzata anche grazie alla leadership del card. Ranjith che per tutti è un punto di riferimento.
Ho visto con i miei occhi lo spessore del dialogo con i buddisti, che rappresentano la religione principale nel Paese. I capi e i fedeli buddisti hanno grande stima del cardinale, che quando si voleva eliminare il buddismo da religione di Stato ha preso le loro parti intuendo il disastro che avrebbe comportato una visione laica per lo Sri Lanka.
Secondo i dati più recenti, i cristiani perseguitati nel mondo sono oltre 245 milioni (circa un decimo del totale) e il fenomeno è in peggioramento. A cosa è dovuto?
I cristiani sono perseguitati per il nome di Cristo. Nella lettera a Diogneto, si legge che sono portatori di principi e di una spiritualità che cozza con la mentalità del mondo: “Amano tutti, e da tutti vengono perseguitati. Non sono conosciuti, e vengono condannati. Sono uccisi, e riprendono a vivere”. Tutte le confessioni cristiane. Dice infatti il Papa con molta chiarezza, che
quando ti uccidono non ti domandano se sei cattolico o ortodosso.
Anche per i cristiani uccisi il giorno di Pasqua si può parlare di vera martiria.
Se c’è chi viene perseguitato, c’è anche chi perseguita. Ci sono religioni più violente di altre?
“Se il mondo vi odia, sapete bene che prima di voi ha odiato me”. Ogni religione, che in se stessa è buona e con la quale possiamo dialogare, ha i suoi aspetti di fanatismo. “Gott mit uns” era scritto sulle fibbie delle cinture dei soldati del Reich: “Dio è con noi”. Certamente non era il nostro Dio. Anche la strumentalizzazione delle religioni può provocare danni incalcolabili. È quasi accertato che le stragi in Sri Lanka abbiano avuto lo scopo di suscitare i cristiani contro l’islam. Alcuni gruppi di cristiani si stavano già armando per vendicarsi, il cardinale è riuscito a calmare gli animi facendo comprendere che erano tutti strumentalizzati.
Le persecuzioni peggiori non avvengono soltanto in Paesi sottoposti a dittature militari o in condizioni di grave instabilità, ma anche in nazioni considerate democratiche come l’India. C’è una responsabilità politica?
Bisogna trovare soluzioni politiche e attuare la giustizia in quegli Stati del mondo dove i cristiani sono ancora esposti a persecuzione. Ci sono dinamiche perverse da parte della politica su cui occorre porre la massima attenzione. Il card. Ranjith ha chiesto una commissione di inchiesta per fare chiarezza sui fatti accaduti in Sri Lanka.
Vede pericolo anche in un’Europa divisa tra populismi e rigurgiti nazionalisti?
È sempre pericoloso soffiare sulla rabbia delle persone, perché
la rabbia porta all’odio.
Ripeto da sempre che bisogna pacificare, ricucire, dialogare.
Cosa fare per questi fratelli nella fede?
La Chiesa italiana è in prima linea nella difesa dei cristiani perseguitati nel mondo. È la Chiesa che gode della guida dello stesso vicario di Cristo ed è vicina al Santo Padre nella missione di annunciare il Vangelo e di portare la pace.