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Monsignor Gestori: “Sono grato al Signore e a questa Chiesa Truentina, mia Sposa amata, per il cammino insieme vissuto nella gioia e nelle fatiche”

ACQUAVIVA PICENA – In occasione della lieta ricorrenza dei suoi ventitre anni di ordinazione episcopale, il vescovo emerito della diocesi di San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto, Sua Eccellenza Monsignor Gervasio Gestori, ha rilasciato un’intervista per l’Ancoraonline in cui riassume con gioia il suo cammino come Pastore della Chiesa Particolare: “In quel 7 settembre di ventitre anni fa mi sentivo frastornato e intimidito quando, nella maestosità del Duomo di Milano e circondato da tantissime persone, ricevetti il dono dell’episcopato dal ministero del Cardinale Carlo Maria Martini e da un numero elevato di vescovi ambrosiani e amici. In quelle ore determinanti per la mia vita futura, ero pieno di stupore per il mistero della successione apostolica nella quale venivo inserito e nello stesso tempo, ricordo bene, il timore invadeva il mio animo mentre andavo interrogandomi se sarei stato capace di vivere quel mistero con un valido servizio episcopale per il bene della Diocesi che mi era stata affidata dal papa san Giovanni Paolo II.
Oggi non ho molta nostalgia per quei momenti, pur bellissimi e commoventi, ma vivo un profondo sentimento di gioia per avere esercitato un lungo ministero episcopale, certamente non privo di lacune ed errori, lasciandomi educare dai preti e dai fedeli, perché fossi veramente un pastore secondo il Cuore di Gesù. Sono grato al Signore e a questa Chiesa Truentina, mia Sposa amata, per il cammino insieme vissuto nella gioia e nelle fatiche.
Siamo cresciuti nella fede e nell’amore?
Lascio a Dio il giudizio sulla mia opera e mi affido serenamente alla Sua misericordia, sapendo di avere in Lui un Padre buono. Guardo avanti e nel futuro che la Divina Provvidenza mi dona, vorrei poter essere ancora di una qualche utilità alla Chiesa del Signore. Dove attualmente sto vivendo non mi sento ancora disoccupato.

Anzi. La mancanza di preoccupazioni mi rende ancora più libero e sereno e posso meglio pregare e recuperare quei vuoti di orazione del passato, a causa degli impegni pastorali. Mi è bello vivere in serenità questa vita da vescovo anziano in una piccola Comunità o nelle saltuarie richieste di ministero che ancora mi giungono. La vicinanza di molti fedeli mi dona gioia e mi è motivo di sprone pastorale. Per tutto questo sono immensamente grato al Signore”

Patrizia Neroni: