Ieri sera, al termine del suo intenso viaggio apostolico che lo ha portato in Mozambico, Madagascar e Mauritius, il Papa ha rinnovato il suo ringraziamento alla Vergine Maria per la riuscita del suo viaggio in Africa, recandosi nella basilica di Santa Maria Maggiore. La basilica è molto amata da Papa Francesco. Da quando è vescovo di Roma, l’ha visitata molte volte. La prima, il giorno dopo la sua elezione a Pontefice, il 14 marzo 2013. In pratica, fu la sua prima uscita dal Vaticano. Come è ormai consuetudine nel suo Pontificato, Francesco si reca a Santa Maria Maggiore prima e dopo i suoi viaggi all’estero, come ha fatto il 3 settembre scorso, alla vigilia di questo suo viaggio in Africa.
Ogni volta che la visita, il Papa depone un mazzo di fiori e si raccoglie in preghiera davanti all’icona della Salus populi romani (Salvezza del popolo romano), all’interno della cappella Borghese (detta anche Paolina) nella basilica. Nell’icona della Vergine con il Bambino in braccio, il Papa vede la fede del popolo di Dio che per secoli si è stretto attorno alla Madonna nei momenti del bisogno (ad esempio, durante le pestilenze), per impetrare un segno di grazia del cielo, perché «ciò che è impossibile agli uomini non è impossibile a Dio».
L’icona della Salus populi romani cara ai Papi ed ai Gesuiti
Quell’immagine sacra è sempre stata cara ai Gesuiti (sant’Ignazio celebrò la sua prima Messa proprio a Santa Maria Maggiore) e ai Pontefici. Pio XII le rese omaggio quando proclamò il dogma dell’Assunta nel 1950. L’icona era presente a Tor Vergata, nell’agosto del 2000, in occasione della Giornata mondiale della gioventù e in quella occasione Giovanni Paolo II volle affidarla ai giovani insieme alla croce «perché rimanga anche visibilmente sempre evidente che Maria è una potentissima Madre che conduce a Cristo». Fu proprio Giovanni Paolo II, fin dall’inizio del suo pontificato, a volere che una lampada ardesse giorno e notte sotto l’icona della Salus, come testimonianza della sua grande devozione nei confronti della Madonna.