MONTEPRANDONE – Gremita di fedeli, lunedì sera la Sala San Giovanni Paolo II di Centobuchi ha fatto da cornice alla cerimonia d’ingresso di Don Gian Luca Pelliccioni, come parroco, e di Don Giuseppe Giudici, come vicario parrocchiale, del Sacro Cuore e di Regina Pacis.
Rispetto ad altre cerimonie simili che si stanno ripetendo in Diocesi, in questo caso i due “protagonisti” non hanno preso la parola per un discorso di saluto, lasciando il posto a due rappresentanti delle Comunità parrocchiali e, naturalmente, all’omelia del vescovo Carlo Bresciani, che ha presieduto la cerimonia, concelebrata da numerosi altri sacerdoti del territorio.
Nelle parole del vescovo, per prima cosa un passaggio sul senso dell’arrivo di un nuovo sacerdote: «In questa venuta del sacerdote dobbiamo vedere quello che un po’ tutti noi siamo chiamati a fare: ascoltare la parola del Signore e condividere quello che da Lui riceviamo. A non custodirlo gelosamente per noi stessi, ma metterlo a disposizione del bene di tutti». Poi, monsignor Bresciani ha ribadito l’importanza di una Chiesa aperta: «Il sacerdote non è soltanto per quelli che sono già qui in chiesa. Certo, sicuramente anche per questi. Ma è per tutti. Perché? Perché la volontà di Dio è che tutti siano salvati. Non come costrizione, ma mostrando a tutti la grandezza e la bellezza della vita cristiana secondo gli insegnamenti del Signore».
Citando San Paolo, poi il vescovo sottolinea l’importanza delle preghiera, fatta però «senza collera e senza polemiche. La nostra preghiera non è lo scaricare su Dio chissà che cosa, ma l’espressione di un amore che s’estende a tutti. E non possiamo stare davanti a Dio se non così».
Rivolgendosi poi direttamente alle Comunità parrocchiali del Sacro Cuore e di Regina Pacis: «Sono contento di affidare a voi Don Gian Luca e Don Giuseppe. Voi dovete aiutarli nel loro cammino e nel loro ruolo di guida. Sì, li affido a voi, così come affido voi a loro. Perché, mi piace ripeterlo, il sacerdote senza la sua comunità non fa nulla, ma anche la comunità quando si stacca dal sacerdote non va lontano. Non sempre, come in ogni cammino, la strada è facile, ma la meta merita tutti gli sforzi possibili. Perché dobbiamo avere anche il coraggio di imprese difficili quando queste ci portano a vivere la parola del Signore». Parole che assumono un significato particolare, proprio nel giorno in cui la Chiesa celebra i santi martiri Cornelio e Cipriano.
In prima fila durante la messa c’erano i giovani del gruppo scout “Monteprandone 1” e proprio a loro il vescovo ha rivolto un invito finale: «Cari ragazzi, vi lascio Don Gian Luca e Don Giuseppe, ascoltateli. State loro vicino, hanno bisogno anche di voi. Andate a trovarli qualche volte, sono sicuro che saranno contenti». Poi, estendendo l’invito a tutti, monsignor Bresciani ha sottolineato l’importanza di un buon rapporto col proprio sacerdote: «E’ anche vostro compito far contenti i vostri parroci. Non per piaggeria o altro, ma farli contenti vuol dire seguirli e accettare di camminare insieme. Il Signore doni a tutti noi questa gioia: di sentirci sempre più una comunità che cammina insieme e che, con le forze che ha, cerca di dire sempre di Sì al Signore».
Prima della celebrazione, il breve discorso di benvenuto del sindaco Sergio Loggi. Dando un forte “in bocca al lupo” ai due parroci per la loro nuova missione, il primo cittadino ha ricordato come Sacro Cuore e Regina Pacis siano «delle parrocchie vive, dove chi finora ha curato queste comunità è riuscito a creare davvero qualcosa d’importante». Ringraziando il vescovo per questa scelta, Loggi (che conosceva già da tempo don Gian Luca, in quanto ex parroco di San Niccolò di Bari: centro storico di Monteprandone) si è detto in particolare certo che lui sarà all’altezza di questa nuova avventura.