“La compassione è il linguaggio di Dio”, mentre “tante volte il linguaggio umano è l’indifferenza”.
Lo ha spiegato il Papa, nell’omelia della Messa celebrata ieri a Santa Marta, in cui ha affermato che “la compassione ti fa vedere le realtà come sono; la compassione è come la lente del cuore: ci fa capire davvero le dimensioni”. “E nei Vangeli, Gesù tante volte viene preso dalla compassione. La compassione è anche il linguaggio di Dio”, ha fatto notare Francesco, secondo quanto riferisce Vatican news:  “Il nostro Dio è un Dio di compassione, e la compassione è – possiamo dire – la debolezza di Dio, ma anche la sua forza. Quello che di meglio dà a noi: perché è stata la compassione a muoverlo ad inviare il Figlio a noi. È un linguaggio di Dio, la compassione”. La compassione “non è un sentimento di pena”, che si prova, ad esempio, quando si vede morire un cane sulla strada: “Poveretto, sentiamo un po’ di pena”, ha puntualizzato Francesco, ma è “coinvolgersi nel problema degli altri, è giocarsi la vita lì”. Poi il Papa ha fatto l’esempio dell’episodio evangelico della moltiplicazione dei pani: da una parte la compassione di Gesù, cioè l’invito a “farsi carico della gente”, dall’altra l’atteggiamento egoistico dei discepoli che “cercano una soluzione ma senza compromesso”, che non si sporcano le mani. “Se la compassione è il linguaggio di Dio, tante volte il linguaggio umano è l’indifferenza”, la denuncia del Santo Padre: “Farsi carico fino a qui e non pensare oltre. L’indifferenza”. “Uno dei nostri fotografi, dell’Osservatore Romano, ha scattato una foto che adesso è nell’Elemosineria, che si chiama ‘Indifferenza’”, ha raccontato il Papa: “Ne ho parlato altre volte, di questo. Una notte d’inverno, davanti a un ristorante di lusso, una signora che vive sulla strada tende la mano a un’altra signora che esce, ben coperta, dal ristorante, e quest’altra signora guarda da un’altra parte. Questa è l’indifferenza. Andate a guardare quella fotografia: questa è l’indifferenza. La nostra indifferenza. Quante volte guardiamo da un’altra parte … E così chiudiamo la porta alla compassione. Possiamo fare un esame di coscienza: io abitualmente guardo da un’altra parte? O lascio che lo Spirito Santo mi porti sulla strada della compassione? Che è una virtù di Dio …”.

 

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