DIOCESI – Domani, domenica 29 settembre dalle ore 15.30, presso il Biancazzurro di San Benedetto del Tronto si terrà l’incontro dal titolo “La Bibbia…libro dei libri”, curato da Don Antonino Sgrò, biblista. Leggi l’articolo
Don Antonino Sgrò è presbitero della diocesi di Reggio Calabria-Bova dal 2005. Dopo aver conseguito la Licenza al Pontificio Istituto Biblico in Roma nel 2008 e il Dottorato in Teologia Biblica alla Pontificia Università Gregoriana nel 2011, attualmente svolge i seguenti servizi: Parroco in San Domenico, Direttore dell’Istituto Teologico, Docente di Esegesi e Teologia Biblica, Assistente diocesano dei Giovani di Azione Cattolica.
Per prepararci all’incontro abbiamo intervitato don Sgrò.
Don Antonino la Bibbia è considerata da molti adulti un libro di favole. Come avvicinarli a queste pagine?
La Bibbia contiene molte storie che vanno interpretate secondo criteri narrativi, cercando l’evoluzione dei personaggi, l’intreccio, la complicazione, la svolta, la situazione finale, ecc. In questo senso, possiamo dire che essa racconta le favole più belle, non dando a questo termine l’accezione di storia fantasiosa, ma di narrazione suggestiva, a volte costruita con immagine audaci, che vuole coinvolgere il lettore e portarlo nel mondo di Dio.
Lei verrà a San Benedetto del Tronto per l’iniziativa “La Bibbia … libro dei libri”. Perché un fedele o un ateo dovrebbero leggere oggi la Bibbia?
Il fedele dovrebbe leggerla perché la considera come Parola di Dio che rivela il progetto dell’Altissimo sulla natura e sulla storia umane. L’ateo perché la Bibbia è un prodotto anche dello spirito umano che cerca la verità e il bene.
In questo contesto di crisi della fede e delle certezze quali prospettive può aprire la Bibbia?
La Bibbia può essere letta come l’itinerario dell’anima che cerca l’Assoluto, come chi ama cerca la persona amata. Si tratta allora di un libro che rispecchia le vicende più autentiche e profonde dello spirito umano, in quanto racconta di uomini che hanno vissuto in pienezza, pur con tante incoerenze e fragilità, l’avventura di essere uomini. In conclusione, La Bibbia non rivela solo il volto di Dio, ma rivela l’uomo all’uomo.
La Bibbia come può aiutare a ristabilire relazioni significative che risveglino il gusto e il senso della comunità e della comunione?
I libri della Bibbia nascono dentro un contesto di fede vissuta comunitariamente; pertanto essi riflettono il cammino di un popolo come pure di gruppi più piccoli. Chi legge attentamente i testi biblici può cogliere le fatiche ma anche gli slanci delle comunità in cui essi hanno preso forma e può trarre ispirazione da quelle medesime dinamiche comunitarie per fondare una convivenza secondo il piano di Dio e più a misura d’uomo.
Quale passo della Bibbia ha segnato maggiormente la sua vita?
Sono diversi i passi che mi hanno segnato ma, se devo selezionarne uno, cito 2Timoteo 1,6: «Ti ricordo di ravvivare il dono di Dio che è in te». Mi accompagna da quando ero adolescente e cercavo faticosamente la mia identità; mi ha aiutato a comprendere che tutto ciò che sono è un dono che viene dall’alto e che chiede di essere custodito e alimentato. Qualche hanno dopo ho scoperto il seguito del versetto: «per l’imposizione delle mie mani» e ho capito che Paolo si riferiva al dono all’Ordine Sacro amministrato a Timoteo. È stata una conferma della mia chiamata al ministero ordinato!
Dove ha colto maggiormente la misericordia/amore di Dio?
Nella consolazione che Egli mi dona costantemente e nella fiducia che mi accorda quando non riesco ad essergli fedele come vorrei.
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