“Negli ultimi giorni, è stato inaccettabile l’uso delle parole, sia nei dibattiti sia fuori dal Parlamento. Dovremmo parlare con gli altri con rispetto. E dovremmo anche ascoltare”. I vescovi della Chiesa d’Inghilterra prendono la parola, nei giorni in cui la tensione si acuisce in Gran Bretagna attorno al Brexit. In una dichiarazione esplicitano il loro “rispetto per il referendum del giugno 2016” e “la convinzione che il risultato dovrebbe essere onorato” e invitano all’ascolto, soprattutto dei “poveri, degli emarginati e di coloro le cui voci spesso non sono ascoltate”. Sollecitano a non “denigrare, ridicolizzare o ignorare le opinioni oneste di concittadini”. Ai politici chiedono di “aderire rigorosamente allo stato di diritto”, a tutti “di rispettare e difendere l’imparzialità dei tribunali e della nostra magistratura”. Sono preoccupati anche per “la struttura e la costituzione del Regno Unito”, la cui eventuale modifica “dovrebbe avvenire attraverso un’attenta pianificazione e consultazione”, scrivono. “È facile cadere nella divisione e nell’eccesso; uscirne e ritrovare l’unità richiede molto più tempo”, si legge ancora nella dichiarazione in cui si afferma: “rafforzare ulteriormente le nostre divisioni, per incertezza o per partigianeria, non è degno del nostro Paese né della leadership di cui ora abbiamo bisogno”. Poiché l’esperienza ha insegnato “i pericoli della divisione”, conclude la dichiarazione”, occorre “trovare modi migliori per agire”.
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