“Auspichiamo che il governo iracheno, che tanta aspirazione al cambiamento aveva suscitato nella popolazione, tenga fede a queste aspettative, richiamando le proprie forze di polizia e militari ad un atteggiamento responsabile e a non proseguire nella repressione”, aggiunge Nicotra.
Un Ponte Per (Upp), Ong italiana presente nel Paese da 28 anni, rilancia e sostiene l’appello della coalizione di associazioni e sindacati “Iraqi Civil Society Solidarity Initiative” (Icssi), che denuncia l’uso eccessivo della forza da parte delle istituzioni irachene e rivendica il rispetto dei diritti umani. “La questione non è mai stata semplicemente l’accesso all’acqua, all’elettricità o ai servizi. Era e continua ad essere la causa del popolo iracheno e del loro Paese, un appello di chi è stato privato dei propri diritti fondamentali troppo a lungo”, spiegano gli attivisti, per i quali “il governo iracheno è tenuto al rispetto del diritto di manifestazione ed espressione, garantito dalla stessa Costituzione irachena”. L’Icssi fa appello alle comunità internazionale perché intervenga sul governo iracheno: “le violazioni che sta ponendo in essere – sostengono – non rispettano infatti gli impegni che ha assunto presso la comunità internazionale sul rispetto dei diritti umani e della libertà di espressione”.