“Dobbiamo dare visibilità ai popoli indigeni”. Ne è convinto mons. David Martínez De Aguirre Guinea, vicario apostolico di Puerto Maldonado, in Perù, dove è idealmente cominciato il Sinodo per l’Amazzonia nel gennaio dell’anno scorso. “Vorrei che avessero la loro voce anche qua”, il desiderio espresso durante il primo briefing dei lavori: “Li consideriamo in maniera un po’ troppo folkloristica. La maggior parte di loro non si veste di piume: le indossano soltanto per eventi speciali, come questo Sinodo”. “Abbiamo dimostrato a tutto il mondo che l’Amazzonia esiste, e che è un bioma importante”, il primo bilancio del Sinodo convocato da Papa Francesco: “L’Amazzonia è una realtà di bellezza, che tende ad essere distrutta, assorbita dal resto del Paese. C’è tanta solitudine in questi luoghi remoti, è difficile trasmettere quello che si vive, anche per un missionario”. “Dobbiamo dare visibilità a questi popoli, che hanno tanto da dire al pianeta”, ha concluso il presule: “E Papa Francesco è stato il primo, a Puerto Maldonado, e poi li ha voluti portare qui, nel cuore della Chiesa”.

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