“La gioia del premio ricevuto – ha detto Luca Negro della Fcei – è oscurata dalle notizie del naufragio a Lampedusa che parlano di morte, donne e bambini. Per questo diciamo che i corridoi umanitari costituiscono l’unica alternativa possibile ai viaggi della morte”. Modello esportato già in Francia Belgio e Germania “i corridoi umanitari – sottolinea Paolo Naso, coordinatore di Mediterranean Hope (MH), programma rifugiati e migranti della Fcei – garantiscono sicurezza a chi parte ma anche sicurezza a chi accoglie perché prevede un percorso di integrazione che viene messo in atto capillarmente in tutto il Paese da comunità, associazioni e parrocchie che svolgono anche un lavoro di mediazione culturale”. Si tratta di un progetto temporaneo che ha dimostrato di essere “fattibile e praticabile”. Con la consegna ufficiale di questa proposta alle istituzioni europee la speranza è che l’Europa la faccia propria, allarghi le capacità quantitativa dei numeri fino ad oggi raggiunti ma soprattutto che la sostenga economicamente dando aiuti finanziari ai paesi che aderiscono alla iniziativa. “L’Unione europea per la sua storia, la sua vocazione e soprattutto per il primato giuridico da sempre dato ai diritti umani è tenuta a dare esempi virtuosi e di buona pratica”. In vista della presentazione del progetto a Bruxelles, il Ministero degli esteri ha costituito insieme al ministero dell’interno una piattaforma di esperti nell’ottica di elaborare una proposta fattibile e concreta”, ha detto Emanuela C. Del Re, vice ministra agli Affari Esteri e alla Cooperazione Internazionale.
Corridoi umanitari: il 10 dicembre il progetto sarà presentato a Bruxelles
Alla conferenza stampa ha preso la parola anche Giuseppe Brescia, presidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera. “Siamo un Paese di frontiera e siamo e saremo inevitabilmente coinvolti nel fenomeno migratorio. Fino ad oggi lo abbiamo subito”. L’Italia deve trovare un modo serio per gestirlo “non con slogan ad effetto” ma con proposte “a lungo termine che abbiano al centro l’umanità”. I corridoi umanitari rappresentano “uno strumento” in questo senso che chiede ora di essere “potenziato”. Sarà la Commissione migranti della Kek a coordinare da Bruxelles l’incontro con le istituzioni europee. “Non vogliamo che l’Italia si senta sola di fronte ad un problema che ha una dimensione europea”, ha detto Torsten Moritz, segretario generale delle Commissione delle chiese per i migranti in Europa (CCME).