Una via politica per risolvere la questione catalana. A battersi per una soluzione seria e definitiva che metta fine alle violenze, senza necessariamente ricorrere a vie legali e giudiziarie, è l’abate del monastero benedettino di Montserrat, mons. Josep M. Soler.
Il Sir lo ha raggiunto mentre la regione catalana, in particolare a Barcellona e a Girona, è piombata in una vera e proprio guerriglia urbana. La condanna al carcere dei leader indipendentisti ha scatenato una ventata di rabbia e proteste in città, con barricate in strada, fuoco a cassonetti e lanci di oggetti contro la polizia. Centinaia il numero di feriti in entrambe le barricate. 25.000 studenti hanno sfilato in modo per lo più pacifico mentre oggi, 18 ottobre, è il giorno del grande sciopero generale che paralizzerà tutta la regione. Anche il calcio ne risente: per la partita in programma da calendario sabato 26 ottobre tra Barcellona e Real Madrid LaLiga ha chiesto o l’inversione del campo o lo slittamento del match al 7 dicembre.
La situazione politica e sociale che sta vivendo la Catalogna è molto complessa e difficile. Gli atti di violenza che stiamo assistendo in alcune città catalane in questi giorni sono scoppiate da parte di alcune minoranze. Sono totalmente condannabili e non esprimono il modo di essere della grande maggioranza dei catalani, siano essi indipendentisti o meno. Lo abbiamo potuto constatare nelle tante manifestazioni dell’11 settembre. Non possiamo più continuare in questa situazione,
è urgente trovare strade politiche che servano ad affrontare un problema eminentemente politico.
Il 2017 ha lasciato ferite aperte. Per quei fatti sono stati condannati i 12 indipendentisti con l’accusa di “sedizione” e “appropriazione indebita”. Le proteste dimostrano che la questione catalana non è stata risolta. Quale via di uscita e soluzione lei intravede?
La questione catalana può iniziare a essere risolta solo attraverso il dialogo tra tutte le parti. Un dialogo che deve essere costruttivo, sincero e aperto. Dobbiamo imparare ad ascoltare l’altro, a esprimere con serenità i nostri punti di vita e a sapervi rinunciare, anche se temporaneamente, a mettere da parte le nostre aspirazioni.
Solo in questo modo sarà possibile raggiungere accordi e punti di incontro che facilitino l’uscita dalla situazione attuale.
Ma secondo lei, è possibile una riconciliazione tra la Spagna e la Catalogna. In che modo la Chiesa può facilitare questo processo?
Dobbiamo lavorare per una sincera riconciliazione e la Chiesa può aiutarla attraverso la preghiera e la testimonianza fedele della misericordia di Dio. Inoltre, è urgente costruire ponti tra le due parti e favorire il ripristino della fiducia tra tutti. E anche qui la Chiesa può dare un contributo molto importante. In effetti già lo sta facendo.