“Un Sinodo universale” sul celibato. A chiederlo è uno dei 12 Circoli Minori del Sinodo per l’Amazzonia, di cui oggi sono state presentate in sala stampa vaticana le relazioni. Conclusi gli interventi in aula e il lavoro dei Circoli Minori, inizia ora il processo di elaborazione del documento finale, che verrà presentato a tutta l’assemblea in aula lunedì prossimo, 21 ottobre, nella quattordicesima Congregazione generale.
In tutte le dodici sintesi è presente il tema dei cosiddetti “viri probati”, cioè dell’ordinazione sacerdotale di uomini sposati, riguardo al quale esistono in aula posizioni diversificate.
“Alcuni padri sinodali – si legge ad esempio nel Circolo italiano A, che ha formulato la proposta – chiedono che in comunità cristiane con un cammino di fede consolidato siano ordinate persone mature, rispettate e riconosciute, di preferenza indigene, celibi o con una famiglia costituita e stabile, al fine di assicurare i sacramenti che garantiscono e sostengono la vita cristiana”. Tutto ciò, per venire incontro al desiderio delle popolazioni amazzoniche “di celebrare la santa Eucaristia in modo frequente e, possibilmente, stabile, come diritto irrinunciabile dei fedeli laici”. Il diritto canonico, si ricorda inoltre nella sintesi, “permette che si richieda alla Santa Sede la dispensa dall’impedimento al sacramento dell’Ordine di un uomo legittimamente e validamente coniugato”. In particolare il diaconato permanente, ristabilito dal Vaticano II, mostra che “è possibile assumere con efficacia un impegno pastorale, sacramentale e familiare nella Chiesa. La maggior parte delle Chiese di rito orientale che sono parte della Chiesa cattolica conservano il clero sposato”. Altri padri sinodali considerano, invece, che “la proposta potrebbe ridurre il valore del celibato, o far perdere lo slancio missionario a servizio delle comunità più distante”. “In virtù del principio teologico di sinodalità”, dunque, taluni padri sinodali ritengono che “il tema dovrebbe essere sottoposto all’opinione di tutta la Chiesa” e suggeriscono “un Sinodo universale a riguardo”.
“Il Sinodo è un processo che si apre”,
ha fatto notare mons. Mário Antônio da Silva, vescovo di Roraima, in Brasile, durante la conferenza stampa, menzionando “la possibilità che persone mature, responsabili, riconosciute all’interno della propria comunità, possano essere ordinate”. “Il celibato – ha aggiunto – è un dono per la Chiesa che va considerato come qualcosa di molto prezioso, non solo come disciplina ma come grazia”.
“Intraprendere la via di un proprio ‘rito amazzonico’ che permetta di sviluppare sotto l’aspetto spirituale, teologico, liturgico e disciplinare la ricchezza singolare della Chiesa cattolica in Amazzonica”.È una delle proposte del Circolo italiano B. “Siamo di fronte ad una proposta che riguarda il rito nella sua globalità, come si evince dalle citazioni del Catechismo della Chiesa Cattolica e della Lumen Gentium, orientate ad una analogia con la globalità dei riti delle Chiese d’Oriente”, ha a spiegato mons. Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, rispondendo alle domande dei giornalisti: “Nel rito bizantino, ad esempio, c’è anche il sacerdozio uxorato”. “Se la proposta verrà approvata – ha concluso Fisichella – ci sarà da cercare di comprendere come può essere realizzata. Alcuni libri liturgici sono già stati tradotti in riti amazzonici: c’è già da decenni una riflessione in atto sulla teologia india e su una catechesi che possa svilupparsi secondo questo orientamento”.
Diaconato femminile e donne “coordinatrici di comunità”:
sono due proposte relative alla questione della valorizzazione del ruolo delle donne nella Chiesa, tema presente fin dall’inizio dei lavori del Sinodo per l’Amazzonia. Nel Circolo italiano A, ad esempio, si propone che “si conferisca il ministero del lettorato e accolitato anche a donne, religiose o laiche, adeguatamente formate e preparate”. “Le Conferenze episcopali dell’Amazzonia – si legge ancora nella sintesi – chiedano alla Santa Sede di creare un nuovo ministero istituito, di coordinatrici/coordinatori di comunità”. “Il vescovo locale – il dettaglio della proposta – potrà costituire questi ministri in rappresentanza della comunità cristiana, possibilmente a servizio rotativo e organizzato in équipe ministeriali, per evitare personalismi. La persona responsabile della comunità potrà essere riconosciuta anche a livello civile locale come rappresentante della comunità cristiana”. Tra le proposte per “un ruolo sempre più consolidato delle donne della Chiesa”, ha testimoniato suor Daniela Adriana Cannavina, figura anche il diaconato femminile: “Non vogliamo una replica di stampo clericalista – ha precisato la religiosa – e nemmeno un ruolo di potere. La vita religiosa è il luogo del servizio, non del potere”.
“Creare un osservatorio ambientale” in Amazzonia, per evitare i “peccati ecologici”.
È una delle proposte emerse dal Sinodo per fronteggiare la crisi in atto, che si configura come vera e propria crisi di sistema. “Il peccato – ha spiegato mons. Fisichella rispondendo alle domande dei giornalisti sulla proposta, formulata durante i lavori, di introdurre accanto ai peccati tradizionali i “peccati ecologici” a danno della creazione e dell’ambiente – ha una dimensione unitaria, che poi ha diverse sfaccettature. Nasce dalla chiusura in se stesso, dall’individualismo: chi lo vive, rischia di morire di asfissia e di non rendersi conto che la natura, la vita, la relazionalità ci invitano ad uno sguardo più ampio. Più che una suddivisione o una moltiplicazione di peccati, c’è un peccato fondamentale che risiede nel comportamento umano che si richiude davanti a Dio, e la creazione è una manifestazione di Dio”.
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