“Oltre 15 milioni di persone in Yemen stanno letteralmente restando senz’acqua per bere, cucinare, lavarsi a causa della gravissima carenza di carburante che colpisce un Paese già messo in ginocchio da oltre 4 anni e mezzo di conflitto”. È l’allarme lanciato oggi da Oxfam, che segnala come “nelle ultime settimane, 11 milioni di persone, che fino a oggi sopravvivevano grazie all’acqua erogata dalle poche reti idriche ancora in funzione, e altri 4 milioni, già costretti a rifornirsi da autocisterne private, hanno dovuto ridurre al minimo il consumo di acqua”. Mentre in tre grandi città come Ibb, Dhamar e Al Mahwit, che contano oltre 400mila abitanti, non funzionano più le principali infrastrutture idriche.
A scatenare questa emergenza c’è “l’aumento esponenziale del prezzo del carburante, provocato dalle recenti restrizioni alle importazioni imposte sia dal Governo riconosciuto dalla comunità internazionale, che dalle autorità Houthi”, segnala l’ong. Limitazioni che hanno interrotto l’attracco di navi nei principali porti del Paese, come Hodeida, con il risultato che il prezzo di un litro di benzina nella capitale Sana’a – riferisce l’ong – è schizzato alle stelle da agosto con un aumento del 300%. “Scarseggia paurosamente tutto il carburante necessario per pompare acqua sotterranea o per trasportarla con autocisterne nei campi profughi dove vivono 3,6 milioni di yemeniti rimasti senza una casa”. “Restare senz’acqua pulita in Yemen – dice Riccardo Sansone, responsabile dell’ufficio umanitario di Oxfam Italia – significa essere contagiati da malattie come il colera che in meno di 3 anni ha contagiato oltre 2 milioni di persone, uccidendone 3.700 solo dall’aprile 2017. Continuare a girarsi dall’altra parte è prima di tutto un crimine verso il popolo yemenita”. Da Oxfam l’appello alla comunità internazionale con una petizione per un immediato cessate il fuoco e al Governo italiano perché “sostenga attivamente il processo di pace e aumenti gli aiuti diretti alla popolazione, fermi a 5 milioni l’anno”.