Questi i dati salienti per la nostra regione contenuti nel Dossier Statistico Immigrazione 2019 redatto da Idos, cooperativa di ricerca e studi sull’immigrazione e presentato oggi nel convegno organizzato dalla stessa Idos e dalla Regione Marche e patrocinato dall’Ordine degli Assistenti Sociali delle Marche. I dati sono stati illustrati dal referente Idos per le Marche, Vittorio Lannutti che si è soffermato su come si caratterizza l’immigrazione nelle Marche.
La presentazione, che ha riguardato anche la situazione nazionale, è stata introdotta dal dirigente del Servizio Politiche sociali della Regione Marche , Giovanni Santarelli che ha sottolineato come vi siano da più parti sollecitazioni a tenere conto della modifica del quadro demografico regionale, soprattutto in relazione agli aspetti dell’inclusione e del lavoro. “ Occorre ripensare le politiche di welfare – ha detto – anche alla luce di questo fenomeno complesso, progettare interventi per adattarsi a mutate caratteristiche e studiare modelli di riferimento in rapporto all’associazionismo che cura specifiche progettualità. Il Dossier è uno strumento utilissimo che ci offre ulteriori elementi per orientare le strategie e che soprattutto ci pone di fronte ad un dato vero, reale, non verosimile ma aderente alla realtà. Noi manteniamo un approccio istituzionale e non emergenziale per tradurre questi elementi in opportunità e sviluppo, non per bloccare o difenderci.”
Il presidente dell’Assemblea legislativa delle Marche, Antonio Mastrovincenzo ha messo in evidenza due aspetti, uno negativo i materia di lavoro e occupazione dove si rileva che rispetto ai marchigiani la percentuale di disoccupati stranieri è doppia: un tasso del 14,4% rispetto al 7,7% dei marchigiani, così come vi è un fenomeno di bassa retribuzione in media per gli stranieri e di sfruttamento lavorativo che “deve far riflettere”. L’aspetto positivo è invece l’aumento delle imprese create da stranieri e che è aumentato il tasso di inclusione sociale. Mastrovincenzo ha poi ricordato i progetti e le azioni che il Consiglio regionale ha seguito in questi anni sul problema dell’inclusione sociale, a cominciare dalla Giornata della Pace dedicata al tema dell’immigrazione , le iniziative con le scuole e il Protocollo sull’educazione globale che ha come obiettivo l’organizzazione di iniziative qualificanti in prospettiva di crescita socio culturale e di sviluppo sostenibile. “ Compito del Consiglio – ha concluso – è favorire l’educazione dei cittadini verso nuove forme di convivenza civile, di pace e di intercultura. Per questo uno degli obiettivi di fine legislatura sarà arrivare ad un provvedimento legislativo che racchiuda questi principi cardine.”
“La situazione nelle Marche non si può dire allarmante ma anzi virtuosa – ha evidenziato il Garante dei diritti alla Persona, Andrea Nobili – quasi un modello marchigiano nel contrasto alla discriminazione, grazie a una rete di collaborazione tra Garante e Regione che ci permette di intervenire concretamente in questo senso. E questo Dossier è uno strumento prezioso che ci permette una lettura in controluce di un fenomeno molto complesso che non va mai banalizzato.”
Confermati anche nel 2018 i Paesi di provenienza dei cittadini stranieri nelle Marche : il principale continente di origine tra i residenti stranieri resta l’Europa, con un’incidenza del 53,7% sul totale (-0,7% rispetto al 2017) e una consolidata prevalenza di romeni, che incidono per il 19,1%, un terzo dei quali vive in provincia di Ancona; seguono gli albanesi (circa 16mila residenti) con una quota sul totale dell’11,6%, i quali sono presenti in maggior numero nelle province di Ancona e Pesaro Urbino. L’Asia è al secondo posto dopo l’Europa con il 20,9% (+0,6% sul 2017), rappresentata in primo luogo dai cinesi, che incidono sul totale per il 6,9% e si concentrano soprattutto nel fermano. L’Africa, al terzo posto, incide per il 19,9%, con una prevalenza di marocchini (7,8%), presenti soprattutto nel pesarese, seguiti dai nigeriani (3,0%), che risiedono soprattutto nell’anconetano. Dal continente americano proviene il 5,5% dei residenti stranieri, gran parte dei quali di origine peruviana, che per oltre la metà vive in provincia di Ancona.
Edoardo Barberis, professore dell’Università Carlo Bo di Urbino ha presentato i dati sulla situazione dell’immigrazione in Italia che sostanzialmente rispecchia quella regionale.
In Italia la popolazione straniera non è in espansione e anche nel 2018 è cresciuta fisiologicamente di appena il 2,2%, arrivando a 5.255.50 residenti a fine anno pari all’8,7% di tutti gli abitanti nel Paese. Rispetto all’anno precedente, l’aumento netto di 111.000 presenze è stato in gran parte dovuto ai 65.400 bambini nati nel corso del 2018 da coppie straniere già presenti in Italia, i quali non sono quindi “immigrati”. Il loro numero, peraltro, continua a calare insieme a quello delle nuove nascite nel loro complesso (439.700 nel 2018, il picco più basso registrato da anni), sulle quali incidono per poco più di un settimo (14,9%). Le prime cinque collettività in termini numerici sono Romania, Albania, Marocco, Cina e Ucraina.
Sono intervenuti anche Marzia Lorenzetti , presidente dell’Ordine Assistenti sociali Marche, Clemente Di Nuzzo, vice-prefetto di Ancona, Barbara Paolinelli, Responsabile U.O.SIPROIMI /ex SPRAR Asp ambito 9, con un intervento tecnico sul ruolo dell’assistente sociale nell’accoglienza dei migranti, Emanuele Feduzzi, sindaco di Fermignano e Filippo Gasperi, sindaco di Gradara, hanno presentato la Carta dei Sindaci sull’Inclusione sociale nell’Area Euro-Mediterranea.
Il rappresentante regionale dell’associazione Avvocato di Strada, Daniele Valeri ha parlato dal punto di vista legale delle conseguenze dei Decreti Salvini. Valeri ha rimarcato che i diversi orientamenti giurisprudenziali e le interpretazioni opposte intercorse dopo i decreti Salvini in materia di permessi di soggiorno per motivi umanitari ( oggetto dei decreti) hanno generato una incertezza del diritto basata su un errore giuridico: pensare cioè che la mancanza del “pezzo di carta” che comprova il permesso di soggiorno sia un pre requisito ed esso stesso il diritto a stare o meno in Italia, mentre il migrante resta titolare di un diritto d’Asilo sancito dalla Costituzione (art.10) come tutti noi, titolari di diritti soggettivi. Si è creata una situazione confusa anche rispetto a chi con permesso in scadenza aveva fatto domanda di rinnovo prima dell’approvazione dei decreti e il mancato rilascio del permesso di soggiorno alimenterà ulteriori sacche di irregolarità perché i migranti non potranno accedere all’anagrafe per i documenti e di conseguenza ai servizi socio sanitari o a lavori regolari, nonostante il percorso già intrapreso di integrazione. Valeri ha rimarcato che gli Italiani sono stati il popolo che ha esportato il maggior numero di persone nel mondo, quasi 25 milioni che hanno cercato migliori condizioni di vita e ha concluso il suo intervento con una due domande: “ Quale sistema di immigrazione vogliamo in Europa? Il diritto di muoversi per cercare un futuro migliore spetta solo a noi europei o a tutti? “