La Nazionale italiana cantanti per la Terra Santa. A quasi venti anni dalla storica partita del Cuore per la Pace (25 maggio 2000) – giocata all’Olimpico di Roma contro una squadra mista formata da israeliani e palestinesi davanti ai Premi Nobel per la pace (1994) Yasser Arafat e Shimon Peres – la nazionale italiana cantanti sarà di nuovo in campo, ma questa volta “in trasferta”, a Betlemme, stadio Al Khader, dove il 30 ottobre giocherà contro una selezione di artisti palestinesi.
Gerusalemme
Un legame di 20 anni. “È la prima volta che mi reco in Terra Santa – dice Belli – e sono molto emozionato. Credo che sarà una grande lezione di vita che rafforzerà ulteriormente il legame che la Nazionale ha con la Terra Santa che dura oramai da quasi 20 anni”. Solidarietà che supera tempo, confini e frontiere. Paolo Belli ci tiene a ribadirlo: “con tutti gli artisti della Nazionale vogliamo ravvivare il desiderio di pace che si sprigionò quel 25 maggio del 2000 all’Olimpico e che non si è mai estinto. Andare in Terra Santa per noi è un modo concreto e fattivo di continuare a credere nella pace e nella integrazione”. Ma non basta: “compiere un viaggio di solidarietà in Terra Santa – aggiunge l’artista – credo sia anche un messaggio che va in controtendenza rispetto a quanto sta avvenendo in quell’area tormentata del mondo”. È un modo per “portare un abbraccio a chi in quelle terre vive sulla propria pelle la sofferenza dei conflitti, in particolare i bambini, tutti, senza nessuna distinzione”. Abbracciare bambini palestinesi e israeliani è come abbracciare i loro coetanei di tutto il Medio Oriente percorso da crisi, tensioni e conflitti. Belli e tutti i suoi colleghi e amici della Nazionale Cantanti ne sono consapevoli:
“I bambini non hanno colpe per quanto avviene”.
“Hanno bisogno di sentieri di pace, strade che, se sono ricche di abbracci, di ascolto, di fratellanza, di comprensione e di gioco, saranno più facili da percorrere. La musica e il calcio sono due strumenti privilegiati per suscitare belle emozioni e per dare aiuto”. I giorni in Terra Santa e momenti come la visita allo Yad Vashem saranno, negli auspici di Belli, anche “uno stimolo per comprenderne la storia e per ribadire i valori che come Nazionale portiamo avanti: pace, rispetto, accoglienza, fratellanza, integrazione”.
“Divisioni e muri vanno contro il bene dell’uomo”.
Cosa vogliamo riportarci da questa visita? Belli non ha dubbi: “i volti e la gioia di tanti bambini che incontreremo in questi giorni. Il nostro viaggio ha un filo rosso: i bambini, palestinesi, israeliani, ebrei, musulmani, cristiani”. E ancora: “la Terra Santa, come tutto il Medio Oriente, è terra di grandi sonorità. Questa ricchezza spero saprà toccarci come artisti e magari, chissà, regalarci ispirazione per qualche brano. Anche la musica è condivisione e strumento di pace”.