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60° Filmoteca Vaticana: presentato “Il cinema dei Papi”

“La ricerca condotta da mons. Dario E. Viganò ci permette come Dicastero per la Comunicazione di valorizzare la ricorrenza dei 60 anni della Filmoteca Vaticana nonché di rimarcare l’attenzione della Santa Sede verso il cinema e i media in generale”. Sono le parole del prefetto Paolo Ruffini pronunciate nella tavola rotonda di presentazione del volume “Il Cinema dei Papi. Documenti inediti dalla Filmoteca vaticana” (Marietti 2019) di mons. Dario Edoardo Viganò, vice-cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze e delle Scienze sociali.
Il prefetto Ruffini ha poi aggiunto: “Oggigiorno viviamo in un tempo veloce e smemorato. Dobbiamo prendere coscienza della Storia; dobbiamo fermarci. Fermarsi serve a liberare il tempo dalla fretta. Siamo chiamati infatti a una responsabilità nei confronti del comunicare, del conservare e del tramandare. In questo la Filmoteca è un prezioso strumento: nostro obiettivo deve essere quello di conservar il fuoco e non le ceneri”. Concludendo il prefetto ha menzionato il progetto strategico di un archivio editoriale del Dicastero. “Buona regola per vivere gli anniversari è coltivare sì la memoria e nel contempo guardare avanti”.
Alla presentazione sono intervenuti inoltre l’ambasciatore italiano presso la Santa Sede Pietro Sebastiani, che con una relazione puntuale e accurata ha richiamato l’importante sinergia tra la Santa Sede, Chiesa in Italia e servizio pubblico radiotelevisivo, la Rai. Non sono mancati però i riferimenti ad autori cinematografici che hanno contribuito alla costruzione di un orizzonte di senso nel rapporto tra Chiesa, cinema e società, in particolare lo sguardo di Roberto Rossellini con “Roma città aperta” oppure di Federico Fellini con “La strada”, film ben presenti nell’immaginario formativo e pastorale di papa Francesco.
Infine, la presidente della Consulta universitaria di cinema, Giulia Carluccio, ha sottolineato: “Il volume di mons. Viganò rappresenta un contributo storiografico di grande rilievo. Un lavoro che si inserisce in un filone di studi che si è molto sviluppato negli ultimi anni, quello tra cattolici e cinema, cui hanno contribuito anche Francesco Casetti, Tomaso Subini, Ruggero Eugeni, Mariagrazia Fanchi, Elena Mosconi. Un lavoro fondamentale nella comprensione del contesto storico-culturale”.