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p. Fava (ordinario Gran Bretagna), “cappellani in Paesi in guerra per prevenire le violenze”

“Credo che sia positiva la spinta ad ampliare i programma di formazione sulla sicurezza del Regno Unito. Come clero nell’esercito, un cappellano ha partecipato a ogni corso in un’accademia vicino Oxford.
Vi è anche un’ulteriore formazione internazionale per prevenire e rispondere alla violenza sessuale in alcuni Paesi dell’Africa e anche in Kazakistan”. Lo ha detto padre Michael Fava, cappellano generale delle forze armate britanniche, intervenendo ieri a Roma al 5° corso internazionale di formazione per cappellani militari cattolici al diritto internazionale umanitario, promosso dallo Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale e dalle Congregazioni per i vescovi e per l’evangelizzazione dei popoli. “Nel 2018 il Regno Unito ha fondato la rete di difesa per donne e bambini invitando a condividere delle buone pratiche. E la formazione è importante per applicarle”, ha aggiunto p. Fava, che ha reputato “importante” l’impegno di chi si trova a lavorare nelle zone di conflitto. E ha indicato il caso dei gesuiti, nel Sud Sudan, impegnati nella formazione per affrontare le problematiche legate alla violenza sessuale. Ribadendo il “no allo stupro come arma di guerra”, p. Fava ha ricordato anche la “formazione congiunta a cura dei cappellani inglesi nella Repubblica democratica del Congo, nel Sud Sudan e nell’Uganda”. “Con tutte queste iniziative di formazione si possono realizzare cambiamenti comportamentali significativi”. Riferendosi all’impegno britannico contro la violenza sessuale in contesti di guerra, il cappellano ha segnalato la “riconfigurazione delle nostre forze del pattugliamento sul terreno che interagiscono con le popolazioni: vi è una rappresentanza delle donne nei vari reparti e questo contribuisce ad alleviare la tensione”.

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