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Sorelle Clarisse: “Dio ti cerca, ti ama”

DIOCESI – Lectio delle Sorelle Clarisse del monastero Santa Speranza in San Benedetto del Tronto.

Quante volte ci siamo domandati: perché Zaccheo «cercava di vedere chi era Gesù»?

Forse per curiosità, perché ha sentito tanto parlare di Lui, o forse perché vuole ascoltare la Sua Parola; forse sta solo seguendo la folla, accalcata lungo le strade attorno a Gesù stesso.

Non sappiamo…dal racconto evangelico, però, capiamo che la sua ricerca lo assorbe totalmente: «…non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomoro, perché doveva passare di là».

Zaccheo è ostinato, non si arrende, continua a voler vedere…chi? Il Messia? Un profeta? Un ciarlatano? Un sobillatore di folle? Un Pazzo?

Non lo sappiamo…non lo “vuole sapere” nemmeno Gesù.

Quel Dio che, abbiamo letto domenica scorsa, non fa preferenze di persone, quel Dio che, leggiamo nella prima lettura odierna, tratta dal Libro della Sapienza, ha compassione di tutti, ama tutte le cose che esistono e non prova disgusto per nessuna delle cose che ha creato, quel Dio che è amante della vita e il cui Spirito è in tutte le cose, vuole solo, come ci dice San Paolo, portare «a compimento ogni proposito di bene» dell’uomo!

Di fronte all’uomo, cioè, che cerca, che tenta, spesso faticando, di “vederlo”, Egli alza lo sguardo e si fa avanti per primo: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua».

Zaccheo, capo dei pubblicani, razza odiata e disprezzata da tutti, esattore di tasse, mestiere di peccato, fa, in cima a quella pianta, una scoperta unica: che Dio, sì, tu lo cerchi, tu desideri vederlo ma, prima di tutto, è Lui a cercarti!

E ti cerca, ti ama, vuol far parte della tua vita non perché ti sei convertito, ma quando ancora, come Zaccheo, brancoli lontano da Lui.

Pensiamo di incontrare Cristo come risultato di un comportamento onesto, ligio, senza sbavature e questo ci impedisce di fare, nella nostra vita, l’esperienza di un Dio che è misericordia, di un Dio che ama tutti, la cui «tenerezza si espande su tutte le creature», che «rialza chiunque è caduto»!

Il risultato qual è? Zaccheo, sul sicomoro, a farsi “agguantare” dalla Vita; noi seduti a sostituirlo dietro il banco delle imposte tentando, invano, di sistemare la contabilità della nostra relazione con Dio… una contabilità che non potrà mai quadrare perché non possiamo costringere l’Amore di Dio e il suo desiderio di far casa con noi in un gioco di dare/avere, entrate/uscite, Lui che è libertà, misericordia, amore senza misura!