Ricordando l’ordinazione sacerdotale di san Massimiliano Kolbe, il 28 aprile 1918, avvenuta nella chiesa di Sant’Andrea della Valle, luogo della celebrazione, il cardinale ha detto che, “poco più di un secolo dopo, ancora il sangue dei fedeli è versato in tutto il mondo a motivo della loro fedeltà a Cristo, non sono cessati i conflitti, nonostante l’insegnamento delle due guerre mondiali, e rischiano di riaffacciarsi ideologie travestite da proposte politiche o religiose che disprezzano la dignità della persona umana ed in particolare il diritto alla libertà religiosa”. Da qui la preghiera “affinché i pastori, vescovi e sacerdoti, vivano quella dedizione profonda alla vita del gregge loro affidato, offrendo testimonianze luminose di stile evangelico, per promuovere l’annuncio del Vangelo, nella ricerca del bene comune insieme a tutti i fratelli e sorelle nella fede e in umanità”. “I martiri di ieri e di oggi – ha concluso – intercedano per la pace e la conversione dei cuori! Il Signore doni a tutti cuori riconciliati con Lui e capaci di servire i fratelli”.