Per quanto riguarda il Sud Sudan, il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia ha lanciato un appello di emergenza di 10 milioni di dollari per rispondere ai bisogni immediati dei bambini colpiti dalle inondazioni. “Più di 900.000 persone nel Paese, compresi 490.000 bambini, hanno urgente bisogno di assistenza”, si legge in una nota. “Circa un quinto del Paese, grande quanto la Francia, sta combattendo contro le inondazioni. Intere comunità, compresi centri sanitari, nutrizionali e scuole sono sommersi e fino al 90% dei servizi di base sono stati sospesi in diverse aree”. Circa 90.000 bambini non possono andare a scuola perché le classi sono inondate, gli insegnanti sono sfollati e le scuole sono utilizzare come rifugi. “I bambini – sottolinea l’Unicef – stanno perdendo in questo modo anche spazi sicuri che li proteggano da sfruttamento e abusi”. Alla popolazione sono state consegnate per via aerea 4,8 tonnellate di aiuti.
In Somalia, invece, circa 200.000 bambini sono stati colpiti da gravi inondazioni a Belet Weyne, Berdale, Baidoa, Jowhar e Mahadaiin. “Migliaia di famiglie – spiega l’Unicef – sono state costrette a lasciare le proprie case e rifugiarsi su terreni più alti. Vivendo in rifugi o peggio, all’aperto, molti degli sfollati hanno estremo bisogno di acqua pulita, servizi igienico sanitari, rifugi sicuri e aiuti sanitari e alimentari. Le inondazioni hanno anche distrutto le scuole e interrotto l’istruzione per migliaia di bambini”.
Il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia sta distribuendo aiuti di emergenza e fornendo servizi salvavita attraverso i suoi partner sul campo. Sono in via di distribuzione 33.000 kit igienici per consentire accesso all’acqua sicura e prevenire malattie legate all’acqua; verranno forniti anticipatamente aiuti per curare 90.000 persone colpite da diarrea acquosa acuta mentre le squadre per la nutrizione sono già sul campo per curare i bambini con malnutrizione acuta grave.