SAN BENEDETTO DEL TRONTO -Uno degli ultimi anelli di una lunghissima catena d’incidenti e disagi s’è aggiunto giusto nella mattinata d’Ognissanti. All’altezza di Porto S. Giorgio, un maxitamponamento tra 4 auto ha provocato ben 6 feriti, fortunatamente nessuno particolarmente grave. Siamo sull’A14, in particolare nel tratto compreso tra i territori delle province di Ascoli e Fermo.
Lì le tre corsie sono solo un ricordo più settentrionale. L’autostrada è già di per sé più stretta e, dunque, più disagevole da percorrere in condizioni di normalità. Ma nelle ultimi tempi questa normalità è stata stravolta da varie vicissitudini: una seria di cantieri e poi la decisione della Procura di Avellino che ha disposto il sequestro di 10 viadotti. Provvedimento figlio del cedimento del guardrail del luglio 2013 ad Acqualonga: provincia di Avellino.
Ricordate la strage del bus con decine di morti e feriti? In particolare, il giudice delle indagini preliminari vuole capire se i new-jersey siano sufficientemente sicuri, o no. E se quindi le barriere possano svolgere la loro funzione di contenimento dei veicoli in uscita di strada.
Questo drastica disposizione ha comportato un ulteriore restringimento degli spazi per i mezzi che circolano sull’Autostrada.
Risultato? Code e disagi a non finire.
Politici e associazioni di categoria sul piede di guerra. Confindustria-Ascoli ha scritto ai ministri Roberto Gualtieri (economia) Alfonso Bonafede (giustizia) e Paola De Micheli (trasporti) chiedendo un intervento urgente.
I sindaco dei territori coinvolti, capofila Calcinaro di Fermo, si sono appellati alla Procura di Avellino, chiedendo quantomeno di trovare una formula più soft per garantire la tutela delle strutture sequestrate. Ma è arrivato il niet.
Da ultimo, il sindaco di San Benedetto, Piunti, ha scritto al governatore delle Marche, Ceriscioli, affinché faccia pressione su Autostrade per l’Italia, con l’obiettivo di stoppare il pagamento dei pedaggi, visti i disagi quotidiani che debbono sobbarcarsi migliaia di utenti dell’A14. Si attendono risposte.
Anche perché, questa richiesta è di fatto arrivata anche dalla vicepresidente della giunta regionale, Anna Casini. Lei ha pubblicato sulla propria pagina Facebook un video molto chiaro per denunciare la situazione: «La percorrenza è impossibile, è pericolosa. Non sappiamo cosa intenda fare Autostrade in caso di incidenti o di passaggio di ambulanze in fase d’emergenza. Non hanno comunicato nulla alla Regione Marche – ha proseguito la Casini: assessore alle Infrastrutture – non siamo a conoscenza di nessuna cosa se non ciò che leggiamo sui giornali. Questo è assurdo, com’è assurdo che si debba pagare un pedaggio per percorrere l’autostrada ad una media di 40-60 km/h, quando va bene. Nella maggior parte dei casi, infatti, si sta fermi. Questo è un disagio enorme da risolvere quanto prima. Un disagio e, soprattutto, un rischio per la pubblica incolumità, che non è più sostenibile». Ad ogni buon conto, il video è stato pubblicato circa tre settimane fa e, da allora, nulla è cambiato.
L’ultima notizia su questo fronte è del 5 dicembre. Il progetto predisposto da Autostrade per l’Italia per risolvere questa situazione ha ricevuto l’ok dal Ministero delle Infrastrutture e ora attende il decisivo via libera dal giudice per le indagini preliminari di Avellino. Difficile dire con esattezza quando arriverà il pronunciamento del giudice e se sarà positivo. Intanto, sullo sfondo ci sono le vacanze natalizie: altro periodo nel quale l’A14 sarà super-frequentata. Anche se dovessero partire in tempi brevi questo benedetto intervento, ci sarà comunque un bel problema visto che, nel periodo di cantiere, le corsie autostradali saranno comunque condizionate da uomini e mezzi al lavoro.
Insomma, un fiume d’inchiostro e di parole che, però, ha lasciato immutato il quadro generale. Intanto si susseguono i racconti dei viaggiatori che impiegano tempi di percorrenza mostruosi per fare solo poche decine di chilometri. Durante il ponte dei Morti, una signora dice di aver impiegato oltre 4 ore per fare il tratto S. Benedetto-Civitanova: normalmente ci vorrebbe poco più di un’ora. Ma ci sono automobilisti che sostengono di essersi dovuti sobbarcare viaggi simili durati anche 6-7 ore.
Su questo tema abbiamo ascoltato un’associazione che difende i diritti dei consumatori e ci è stato detto che probabilmente è possibile chiedere un rimborso per i disservizi arrecati.
Consigliamo ai lettori di contattare un associazione di consumatore.
Così, tante persone si chiedono: quando si tornerà a viaggiare decentemente sulla nostra autostrada?
Difficile fare previsioni. Molto dipenderà dai tempi dettati dalla giustizia. Qualunque essi siano, dovrebbero essere comunque più rapidi delle altre soluzioni strutturali attualmente percorribili. Ossia della realizzazione di una terza corsia dove oggi non c’è o di una Bretella in territorio sambenedettese. Tutte soluzioni su cui la politica s’arrovella da decenni, senza mai passare dalle parole ai fatti. Nel frattempo, sull’A14 si continua a stare in coda.
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