La prima lezione, il card. DiNardo l’ha imparata nei centri di detenzione degli immigrati al confine con il Messico. Vedere i bambini separati dalle famiglie e una mamma con in braccio un bimbo inconsolabile per la febbre, aiutata da un volontario, gli ha mostrato la misura del “seguire il gregge e accompagnare queste sorelle e fratelli nella fede durante un tempo di dure battaglie”.
L’altra lezione è giunta dai centri di prevenzione dell’aborto dove i volontari lavorano duramente per rendere la scelta dell’aborto “non necessaria e supportano le madri offrendo tutti gli aiuti possibili per portare a termine la gravidanza”. Il presidente dei vescovi approfitta per fare un appello alle donne: “Se sei una madre e ti senti sola e stai considerando l’aborto, ti prego chiama una delle nostre chiese e una voce compassionevole ti accoglierà e ti aiuterà a trovare le risorse per la nuova vita”.
La lezione che ha cambiato la vita al cardinale “per sempre” è arrivata dai sopravvissuti agli abusi: “Raccontandoci la loro sofferenza e rifiutandosi di relegarla nelle tenebre ci hanno infiammati nel trovare la soluzione e offrire supporto pastorale e programmi di prevenzione adeguati. Condividendo il loro dolore ci hanno offerto anche la conoscenza necessaria a rispondere adeguatamente”, ma per DiNardo non basta ancora perché serve “lottare per offrire giustizia alle vittime e lavorare senza sosta nel prevenire futuri abusi”. Ancora, la lezione di gioia e di futuro è arrivata dal V incontro con i leader cattolici di lingua spagnola “che hanno mostrato il presente e il futuro della nostra Chiesa”. Infine, due raccomandazioni: combattere il clericalismo perché “non si può agire come signori e padroni sugli altri ma come servi umili” e poi incoraggiare il dialogo in tempi di divisione politica e ideologica e seguire una verità: “Dio è sempre gentile. Cerchiamo di essere gentili”. La chiusura è affidata ai ringraziamenti: “È stato un onore servirvi, anche nei momenti difficili. Grazie fratelli di questi tre anni”.