È stata fatta esplodere l’auto su cui viaggiava padre Ibrahim (Hovsep) Hanna, parroco armeno-cattolico di san Giuseppe, la cattedrale di Qamishli, in Siria, quando è stato freddato, l’11 novembre, insieme con il padre, da due uomini. L’attentato è stato poi rivendicato dall’Isis.
Fonti locali riferiscono al Sir che sono stati i terroristi a mettere le bombe che hanno fatto esplodere l’auto, abbandonata dopo l’attacco.
Padre Nareg Naamo, rettore del collegio armeno a Roma e amico del sacerdote ucciso, non ha dubbi: “Un ulteriore accanimento verso le due vittime, ancora uno sfregio e rinnovato dolore”.
Ieri, intanto, si sono svolti, nella cattedrale di Qamishli i funerali del padre del parroco armeno-cattolico, mentre quelli di padre Hanna si terranno stasera. La scelta è stata dettata dalla volontà di aspettare il ritorno del figlio dal Libano, dove il giovane studia come aspirante salesiano. Celebrerà la messa proprio un salesiano, padre Luciano, di origine italiana, per vent’anni animatore dell’oratorio salesiano a Qamishli e ora in Libano.
Ieri sera, dopo i funerali del padre del sacerdote ucciso, tutti si sono riuniti intorno alla famiglia per le condoglianze: erano presenti religiosi, sacerdoti e vescovi di ogni rito e denominazione, musulmani e un rappresentante del presidente siriano Bashar al Assad.
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