DIOCESI – Riportiamo le parole di don Guido Coccia, parroco di San Benedetto Martire e responsabile del Servizio del Catecumenato degli adulti, all’interno dell’Ufficio catechistico. Il sacerdote è intervenuto durante l’Inaugurazione del nuovo Anno Accademico della Scuola Diocesana di Formazione Teologica.
Don Guido Coccia: «Cinque anni fa il Vescovo Carlo mi chiese di passare dall’Ufficio di Pastorale Giovanile alla cura del RICA (Rito dell’Iniziazione Cristiana degli adulti).
Il nostro servizio diocesano è nato a fatica e a rilento: nonostante fossi fresco di studi, bisogna constatare che un conto è lo studio e un altro è l’impatto con la realtà. Il RICA rimane purtroppo un servizio, cioè richiesto solo al momento di battezzare un adulto invece di prenderlo come riferimento di un cammino di Iniziazione Cristiana perché il nostro sforzo maggiore come Chiesa riguarda la preparazione dei bambini ai sacramenti.
Non bisogna pensare al RICA come a qualcosa di stabile e permanente, al contrario si tratta di un primo passo verso la fede e, difatti, esso è un tempo per essere iniziati alla fede, un tempo di preparazione perché poi si possa continuare a svolgere il proprio cammino di fede. Le più grandi difficoltà che si incontrano in questi tempi sono quelle di tradurre la fede in qualcosa che interessi e coinvolga il catecumeno.
Chi desidera diventare cristiano arriva da noi con tanto desiderio: alcuni si sono entusiasmati partecipando a delle liturgie e affascinati da queste hanno chiesto di conoscere meglio la fede e di potervi aderire; altri sono stati mossi da gesti di carità ricevuti dalla comunità cristiana, altri ancora motivati da una relazione affettiva con un cristiano, o attirati dalla Chiesa come comunità di credenti.
A chi inizia il RICA proponiamo di scoprire in che modo Gesù ha già agito nella sua vita. Il RICA non è un atto di proselitismo, ma significa entrare nelle storie di quanti si rivolgono a noi: non sono solo persone da accompagnare per due anni, ma uomini e donne con i quali bisogna stringere amicizia. Quando il catecumeno ha terminato il suo percorso di iniziazione non dovrebbe essere lasciato solo e le parrocchie dovrebbero accompagnare il periodo del post catecumenato: una volta iniziato alla fede in questo percorso che solitamente dura due anni, il neofita ha bisogno di continuare a nutrirsi della Parola di Dio e del Corpo e del Sangue di Cristo nella sua comunità di appartenenza.
Da quando ho iniziato a svolgere questo servizio, ho accompagnato più di 20 persone all’incontro con Dio. Sono in prevalenza persone che provengono dall’est europeo e in particolare dall’Albania, ma anche diversi italiani. Spesso non hanno esperienze religiose alle spalle, nel senso che non provengono da alcuna religione (qualcuno proveniente da ambiente musulmano e da famiglie testimoni di Geova). Come comunità cristiana abbiamo bisogno in questo nostro tempo di passare da un cristianesimo sociologico a un cristianesimo di scelta. Per un certo verso stiamo vivendo la stessa situazione delle prime comunità cristiane: siamo una minoranza all’interno di una società plurale e essere cristiani oggi non è più un retaggio culturale, ma una scelta che dobbiamo compiere in maniera matura e approfondita».
Se sei un adulto che desidera avvicinarsi al cristianesimo o conosci qualcuno che lo desidererebbe, puoi rivolgerti al parroco della tua parrocchia più vicina, oppure contattare direttamente don Guido Coccia chiamando la parrocchia di San Benedetto Martire (dove si tiene il cammino del RICA): 0735592720