“L’integralismo è una peste”.
Lo ha detto, a braccio, il Papa, nel discorso in spagnolo rivolto ai partecipanti all’incontro promosso dall’Istituto per il dialogo interreligioso dell’Argentina, ricevuti in udienza.
“Mi viene come esempio una scena della Chanson de Ronald – ha raccontato Francesco sempre a braccio – quando i cristiani vincono i musulmani e li mettono tutti in fila davanti al fonte battesimale, ognuno con una spada. E i musulmani dovevano scegliere tra il battesimo e la spada. Questo erano i cristiani. Era una mentalità che oggi noi non possiamo accettare, né potrebbe funzionare più”. “Attenzione ai gruppi integralisti, ognuno tiene il suo”, l’invito di Francesco. A proposito de Documento di Abu Dhabi sulla Fratellanza umana, Francesco ha reso noto, inoltre, che “una volta, a proposito di questo documento, all’inizio del febbraio scorso un uomo molto saggio, un politico europeo molto saggio, mi ha detto: ‘Questo trascende la metodologia del patto per mantenere l’equilibrio e la pace, che è una cosa buona, però questo documento va molto al di là”. “Pensiamo alla fine della seconda guerra mondiale, pensiamo a Yalta”, l’invito del Papa: “A Yalta è cominciato un equilibro per uscire dall’impasse, un equilibrio debole però possibile. Si spartirono la torta, e si è mantenuto un periodo di pace, però questo documento, questa attitudine che mira al dialogo in un orizzonte trascendente, crea fraternità, supera i patti, supera il politico: è politica in quanto è umano, però la supera, la trascende, la rende più nobile”.