È in corso di svolgimento – fino al 25 novembre – la 21ª missione di Emergenza Sorrisi in Iraq. Un team di 17 medici e infermieri volontari guidati da Mario Altacera, chirurgo maxillo facciale dell’Ospedale Miulli di Bari, opereranno presso l’Habbobi General Hospital di Nassirya dove saranno curate decine di bambini che presentano labio-palatoschisi, malformazioni del volto, esiti di gravi ustioni e traumi di guerra, fenomeni molto diffusi in questo territorio. I medici locali hanno effettuato un prescreening sui giovani pazienti per organizzare al meglio le operazioni chirurgiche e le dimissioni post operatorie. “Con questa missione festeggiamo un traguardo importante: gli 11 anni di costante presenza di Emergenza Sorrisi in Iraq. Abbiamo formato medici, professionisti e in particolare abbiamo alleviato le sofferenze di tantissimi piccoli e delle loro famiglie. Abbiamo ridato un sorriso in terre che ancora oggi ne vedono poco”, ricorda il presidente di Emergenza Sorrisi Fabio, Massimo Abenavoli. Emergenza Sorrisi lavora in Iraq dall’aprile 2008: durante ogni missione vengono operati almeno 80/90 bambini e in 11 anni sono state effettuate oltre 5000 visite specialistiche. Il lavoro dei medici italiani è stato favorito dalle infrastrutture ospedaliere donate con il programma Prt (Provincial Recostruction Team), strutture che sono ora interamente di responsabilità gestionale del governo locale di Nassirya e garantiscono migliori condizioni di vita e di salute per la popolazione. Oltre ad offrire cure mediche specialistiche ai tanti bambini che soffrono di malformazioni congenite al volto, Emergenza Sorrisi affiancherà, come sempre, i medici locali in un percorso di formazione volto a trasferire tutto il know how italiano a livello sanitario. I biglietti aerei del team sono donati dalla Emirates Airline Foundation e la missione si avvale del contributo di Takeda. “Formare medici vuol dire generare speranza in un popolo. Vuol dire che l’agire in prossimità non è un semplice – seppur importante – ‘mordi e fuggi operatorio’, ma è al contrario una paziente opera di crescita e alimentazione, con la stessa tenacia con la quale si cresce e mantiene una pianta per renderla sempre più rigogliosa”, conclude Abenavoli.
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