Forti dello spirito di Don Bosco, i salesiani continuano con la loro presenza, qualificandosi come operatori di pace e seminatori di speranza”.
Solidali con il popolo e con i giovani, sono i salesiani del Libano che, nonostante il Paese stia “vivendo in uno stato di rivolta che rasenta ormai l’insurrezione” a causa della crisi economica, sociale e politica e per “la mancanza di risposte da parte dei responsabili”, proseguono nella loro opera di formazione e istruzione. Questa si concretizza in due opere: il liceo professionale di Al Fidar, sulla costa, che ospita poco più di 200 allievi in diversi indirizzi – meccanica automobilistica, elettronica, elettricità, informatica, educazione fisica e sport e arti culinarie; e l’oratorio-centro giovanile di El Houssoun, in montagna, affiancato da un centro di accoglienza. I salesiani, si legge in una nota diffusa dall’agenzia Ans, ce la stanno mettendo tutta a far funzionare la scuola, situata in zona sensibile e coinvolta dalle manifestazioni, sia a livello educativo sia a livello economico, ma la situazione, soprattutto sotto quest’ultimo aspetto, si aggrava di giorno in giorno. L’oratorio, situato in zona relativamente tranquilla, funziona per ora regolarmente tutti i sabati, accogliendo ragazzi libanesi, prevalentemente cristiani. La missione salesiana si occupa anche dei rifugiati siriani e iracheni la maggior parte residente a Beirut centro della rivoluzione. Attualmente “il Paese è praticamente paralizzato per la chiusura, con delle barricate, delle principali arterie, il blocco dei pubblici uffici per impedirvi l’accesso degli impiegati, banche, università e scuole chiuse, o aperte a singhiozzo. Questi fenomeni recenti si sovrappongono su un substrato sociale ed economico molto precario. Il 30% della popolazione rasenta il limite della povertà; il Paese ospita la più alta percentuale al mondo di rifugiati: oltre un terzo della popolazione; i principali servizi sociali sono vistosamente carenti; le infrastrutture sono obsolete. In questa situazione cresce la fuga di giovani, di cui molti altamente qualificati, in cerca di un lavoro e di un avvenire sicuro e migliore”.