SIRIA – “Almeno 8 bambini sono rimasti uccisi e altre decine feriti nell’attacco di ieri sera al campo profughi di Qah nel nord di Idlib”. È quanto denuncia Save the Children, secondo quanto confermato dal partner Ataa che opera nel campo con una scuola nella quale andavano 4 dei bambini vittime dell’attacco. Il campo, che ospita più di 800 famiglie sfollate, è stato colpito ieri notte da un attacco che secondo le Nazioni Unite ha ucciso almeno 12 persone.
“Abbiamo sentito delle fortissime esplosioni, sono rimasta al buio con i miei bambini, coperti dalla polvere, mentre cercavo di proteggerli con il mio corpo”, ha dichiarato Hanan, 27 anni, maestra della scuola, che vive nel campo con i suoi 3 bambini, descrivendo l’orrore dell’attacco e la tristezza per la morte di uno dei suoi studenti. “Ho visto le cose che bruciavano intorno e mi sono accorta che il telone che ci faceva da soffitto non c’era più. Sono corsa fuori con i miei bambini a cercare un rifugio e ho visto che stavano cercando di tirare fuori i nostri vicini dalle macerie in mezzo a pezzi di corpi umani sparsi intorno”, prosegue la giovane insegnante, aggiungendo che “mi hanno subito detto che Maya, una mia studente, era morta. Maya era bravissima e voleva diventare un dottore per aiutare gli altri, non poteva immaginare che sarebbe stata invece lei una vittima”.
L’attacco ha incendiato alcune parti del campo, danneggiando pesantemente un ospedale per la maternità, con ulteriori gravi conseguenze per mamme e neonati.
“I bambini e le famiglie nel campo di Qah hanno dovuto già fuggire da violenze, più volte, e avevano trovato rifugio in posto che doveva essere sicuro. La paura e lo shock che hanno subito in questo attacco è inimmaginabile. È fondamentale che la popolazione civile, e in particolare i bambini, vengano protetti come spettatori innocenti di una guerra che hanno solo subito”, ha dichiarato Sonia Kush, responsabile per la Siria di Save the Children.
Con questo attacco, sale a 22 il numero dei bambini uccisi nell’area di Idlib nel solo mese di novembre, come conferma il partner di Save the Children Hurras Network.
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