Si è concluso nella giornata di venerdì l’assedio alla chiesa di san Miguel, a Masaya, dove da oltre una settimana il parroco, padre Edwing Román, e 13 madri di detenuti politici in sciopero della fame, vivevano senza luce e acqua, circondati delle forze governative. Lo afferma in una nota l’arcidiocesi di Managua. Il sacerdote, in condizioni fisiche sempre più precarie anche per una forma di diabete che lo affligge, ha chiesto di porre fine a questa situazione, anche per lo stato di forte prostrazione fisica e psicologica delle mamme. Finora, invece, il sacerdote aveva chiesto all’arcidiocesi di rimanere nei locali della parrocchia, mentre l’arcidiocesi aveva assicurato il suo appoggio morale e spirituale. Così l’arcivescovo, card. Leopoldo José Brenes, e il nunzio apostolico, mons. Waldemar Stanislaw Sommertag, attraverso i loro canali di dialogo, sono riusciti ad assicurare alle 14 persone un canale umanitario. In ambulanza hanno raggiunto l’ospedale Vivian Pellas per l’assistenza medica del caso e già in serata le madri, “con dolore, hanno fatto ritorno alle loro case”. L’arcidiocesi auspica “che molto presto Dio permetta che possano condividere con i loro figli, privati di libertà, la gioia di stare in famiglia”.