Molti oggi vivono come “zombi”. A denunciarlo è stato il Papa, rispondendo alla domanda di un giovane giapponese – durante l’incontro nella cattedrale di Tokyo – che gli chiedeva “come possono i giovani fare spazio a Dio in una società frenetica e focalizzata sull’essere solo competitivi e produttivi”.
“È abituale vedere che una persona, una comunità o persino un’intera società possono essere altamente sviluppate all’esterno, ma con una vita interiore povera e ridotta, con l’anima e la vitalità spente”, ha spiegato Francesco: “Tutto diventa noioso, non sognano più, non ridono, non giocano, non conoscono il senso della meraviglia e della sorpresa. Come zombi, il loro cuore ha smesso di battere a causa dell’incapacità di celebrare la vita con gli altri”. “Quanta gente nel mondo è materialmente ricca, ma vive come schiava di una solitudine senza eguali!”, ha esclamato il Papa: “Penso alla solitudine che sperimentano tante persone, giovani e adulti, delle nostre società prospere, ma spesso così anonime”. “La solitudine e la sensazione di non essere amati è la povertà più terribile”, ha proseguito citando Madre Teresa: “Combattere questa povertà spirituale è un compito a cui siamo tutti chiamati, e voi avete un ruolo speciale da svolgere, perché richiede un grande cambiamento nelle nostre priorità e scelte. Implica riconoscere che la cosa più importante non è tutto ciò che possiedo o che posso acquistare, ma con chi posso condividerlo”. “Non è così importante concentrarsi e domandarsi perché vivo, ma per chi vivo”, il suggerimento ai giovani dalla cattedrale di Tokyo: “Le cose sono importanti, ma le persone sono indispensabili; senza di esse ci disumanizziamo, perdiamo il volto, il nome e diventiamo un oggetto in più, forse il migliore di tutti, ma sempre un oggetto”.