“Costruire una società pluralista dove ci sia piena cittadinanza per tutti i cittadini; sradicare il fanatismo religioso proibendo discorsi provocatori e rimuovendo idee estremiste dai programmi educativi; ricercare, beneficiando dell’esperienza occidentale, un percorso moderno che dia sicurezza e diritti ai cittadini e una speranza alle generazioni future; ricostruire case e infrastrutture”: sono questi i suggerimenti che il patriarca caldeo di Baghdad, il card. Louis Rapahel Sako, elenca in un video messaggio indirizzato alla II Conferenza internazionale sulla persecuzione contro i cristiani in corso fino a domani (dal 26) a Budapest, in Ungheria. Nel video, diffuso dai media del Patriarcato, mar Sako ricorda che i “cristiani nei Paesi arabi hanno fatto esperienza di intolleranza, terrorismo e violenza incontrollata. Prima del 2003 i cristiani in Iraq erano circa 1.876.500. Attualmente sono meno di mezzo milione, numero ridotto a causa della persecuzione e dell’emigrazione”. Perché i cristiani abbiano diritto “alla loro identità, a vivere in pace con gli altri cittadini, devono essere consapevoli dell’importanza della loro presenza e del loro ruolo storico nella regione”. Per conseguire un tale risultato, il card. Sako propone di “costruire una società pluralistica aperta di mentalità che rispetti tutti i cittadini indipendentemente dalla loro religione ed etnia. Ciò può essere ottenuto attraverso una Costituzione democratica e moderna che garantisca la piena cittadinanza per tutti i cittadini”. Deve essere sradicato “il fanatismo religioso proibendo legalmente discorsi provocatori e rimuovendo idee estremiste dai programmi educativi che minacciano la sicurezza nazionale e persino regionale. Da rigettare anche pratiche tribali e sociali tipiche del VII secolo, come vendicarsi e considerare altre religioni come infedeli”. Per ricercare “un percorso moderno che dia sicurezza e diritti ai cittadini e una speranza alle generazioni future è importante ispirarsi al Documento sulla fratellanza umana firmato negli Emirati Arabi Uniti da Papa Francesco e il Grande Imam di Al-Azhar, Ahmed al-Tayeb”. Infine occorre “concentrarsi sulla ricostruzione delle infrastrutture, delle case delle famiglie sfollate interne per assicurarne il ritorno. Importante, infine, incoraggiare gli investimenti nell’area della Piana di Ninive Plain mediante progetti legati all’agricoltura per assumere giovani”.