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Terremoto in Albania: mentre si scava la Caritas albanese pensa al dopo-emergenza

Daniele Rocchi

“Le scosse continuano, in 24 ore se ne sono registrate più di 500 anche di forte intensità. La nottata è trascorsa piuttosto tranquilla. Molte persone che potevano rientrare in casa hanno preferito dormire all’aperto. Il numero delle vittime è salito a 29, purtroppo è ancora provvisorio poiché si stanno cercando alcuni dispersi”.

Il bilancio del sisma. Da Tirana a fare il punto della situazione dopo il sisma di ieri è Ettore Fusaro, di Caritas Italiana. Fusaro è in Albania per supportare la Caritas locale in questa primissima fase di emergenza e soccorso. Oggi giornata di lutto nazionale. Fino a stamattina il numero dei morti era di 28, come riferito dal ministero della Difesa. I feriti sono oltre 650, 32 dei quali in condizioni gravi, e uno in stato critico. Sono 46 fino ad ora le persone estratte vive dalle macerie.

“Difficile stabilire il numero dei dispersi – afferma l’operatore Caritas – le loro ricerche sono concentrate in zone ben definite, in tre palazzi e hotel a Durazzo e due immobili collassati a Thumana, a oltre 20 chilometri a nord della capitale, Tirana. Ma si stanno facendo tutte le opportune verifiche nelle zone colpite per altri eventuali dispersi”.

“Diverse le tendopoli allestite. Due le principali: nello stadio di Durazzo e nel campo sportivo di Thumana dove vengono assistite in totale circa 1500 persone alle quali – spiega Fusaro – forniamo supporto psicologico”. Grande la gara di solidarietà: “Sono tante, infatti, le famiglie che hanno trovato ospitalità da parenti e amici. Diversi hotel a Durazzo, Tirana, Valona – dice Fusaro – hanno dato la loro disponibilità ad accogliere terremotati in questi giorni. Tuttavia restano da monitorare alcuni piccoli villaggi dove le squadre di soccorso non sono ancora arrivate. Nel frattempo con i nostri team abbiamo visitato alcune abitazioni alla periferia di Tirana. Qui ci sono 35 famiglie che hanno la casa inagibile. Ci hanno chiesto delle tende per dormire in giardino ma non sappiamo se possono farlo per motivi di sicurezza”.

Ma si pensa già al dopo-emergenza: “in queste ore – dichiara Fusaro – stiamo lavorando con Caritas Albania all’analisi del territorio, e all’organizzazione di una raccolta fondi per i primi interventi anche per andare incontro alle richieste del ministero dell’Interno. Stiamo inoltre sviluppando dei programmi di aiuto che saranno operativi nei prossimi giorni quando la fase più stretta di soccorso ed emergenza si sarà attenuata”. Intanto oggi il governo albanese ha annunciato di aver proclamato lo Stato di emergenza a Tirana e Durazzo. Il premier Edi Rama ha spiegato che il provvedimento durerà per un periodo di 30 giorni. Il governo albanese intende, inoltre, chiedere donazioni dall’estero per far fronte ai gravi danni provocati dal forte sisma. Il premier ha fatto sapere che l’organizzazione di una prima conferenza di donatori è già quasi concordata con il presidente turco Recep Tayip Erdogan e con i paesi del Medio Oriente. “Chiederemo anche all’Ue – ha detto – di poter attivare nel nostro caso il meccanismo di solidarietà. Abbiamo già il sostegno di molti paesi. Ne parlerò con i miei colleghi europei spero, anche durante la riunione di Londra”, dei leader dei paesi membri, in programma il prossimo 3-4 dicembre.

Bambini i più vulnerabili. Da Save the Children, infine, arriva un appello a favore dei bambini. “È stato uno shock terribile per le famiglie colpite e per tutto il paese” dichiara Anila Meco, direttrice nazionale di Save the Children in Albania – in emergenze come questa, i bambini sono estremamente vulnerabili. All’improvviso, le loro case vengono distrutte, probabilmente hanno perso familiari o amici, hanno visto le loro cose perdute”. “I bambini potrebbero non capire sempre cosa sta succedendo e questi eventi possono essere traumatizzanti per loro” prosegue Meco che chiede “al governo di prestare maggiore attenzione alla sicurezza dei bambini all’indomani di questo disastro.

I minori devono essere tenuti al sicuro in rifugi adatti a loro e hanno bisogno di luoghi dove possono giocare e superare il trauma subito. Ciò che serve con più urgenza ora sono tende, letti e coperte per i bambini colpiti e per le loro famiglie.

Le loro case e i loro appartamenti sono crollati o sono stati danneggiati, quindi hanno bisogno di un posto adeguato dove poter stare, soprattutto in previsione dell’arrivo dell’inverno, e di attrezzature per cucinare. Siamo in contatto con le autorità locali per valutare le esigenze dei bambini e siamo pronti ad intervenire” conclude Meco.

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