STRASBURGO – “Due clic in avanti e un clic indietro” è il titolo del rapporto pubblicato ieri dal Consiglio d’Europa sui bambini con disabilità intellettive, fisiche, uditive e visive e il loro rapporto con il digitale, le sfide che devono affrontare, e quali passi gli Stati, l’industria digitale, i servizi sanitari e le istituzioni accademiche devono compiere per garantire a questi bambini l’accesso sicuro all’ambiente digitale. Un utente di internet su tre ha meno di 18 anni, premette il rapporto, ma “le vite on line e digitali dei bambini con disabilità sono molto simili a quelle dei bambini senza disabilità”; non rivelano la loro disabilità online, e la loro presenza è fatta di attività le più varie, dal suonare uno strumento alla cucina al giardinaggio. “L’ambiente digitale può davvero essere un attivatore e un equalizzatore per i bambini con disabilità, fornendo loro ulteriori opportunità di accesso alle informazioni, di comunicazione, apprendimento e gioco”, ha affermato il segretario generale del Consiglio d’Europa, Marija Pejčinović Burić, segnalando tuttavia le “molteplici barriere che impediscono il loro accesso all’ambiente digitale e possono comprometterne la sicurezza”. Occorre creare “un ambiente digitale sicuro e inclusivo per i bambini con disabilità” e “fornire loro gli strumenti e le attrezzature che consentano di integrarsi nella società, senza compromettere il loro diritto alla privacy”. Nello studio sono stati coinvolti 97 bambini di sei Paesi (Belgio, Germania, Repubblica di Moldavia, Portogallo, Turchia, Regno Unito).