“Occorre sviluppare gli anticorpi contro una cultura che considera alcune vite di serie A e altre di serie B: questo è un peccato sociale!”. Non usa mezzi termini il Papa, nel messaggio per la Giornata mondiale delle persone con disabilità, in cui chiede di “avere il coraggio di dare voce a quanti sono discriminati per la condizione di disabilità, perché purtroppo in alcune nazioni, ancora oggi, si stenta a riconoscerli come persone di pari dignità, come fratelli e sorelle in umanità”. “Fare buone leggi e abbattere le barriere fisiche è importante, ma non basta, se non cambia anche la mentalità, se non si supera una cultura diffusa che continua a produrre disuguaglianze, impedendo alle persone con disabilità la partecipazione attiva nella vita ordinaria”, la denuncia di Francesco, secondo il quale “in questi anni si sono messi in atto e portati avanti processi inclusivi, ma non è ancora sufficiente, perché i pregiudizi producono, oltre alle barriere fisiche, anche limiti all’accesso all’educazione per tutti, all’occupazione e alla partecipazione”. “Una persona con disabilità, per costruirsi, ha bisogno non solo di esistere ma anche di appartenere ad una comunità”, la tesi del Papa, che incoraggia “tutti coloro che lavorano con le persone con disabilità a proseguire in questo importante servizio e impegno, che determina il grado di civiltà di una nazione”. “E prego perché ogni persona possa sentire su di sé lo sguardo paterno di Dio, che afferma la sua piena dignità e il valore incondizionato della sua vita”, la conclusione del messaggio.
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