“Il vero pastore sia sacerdote, vescovo, papa, cardinale, chiunque sia, se non si fa piccolo, non è un pastore”, ma un capo ufficio. Lo ha detto il Papa, nell’omelia della messa celebrata ieri a Santa Marta, specificando che questo vale per tutti: “Da quello che ha una funzione che sembra più importante nella Chiesa, alla povera vecchietta che fa le opere di carità di nascosto”. “La liturgia di oggi – ha esordito Francesco, secondo quanto riferisce Vatican news – parla delle cose piccole, parla di ciò che è piccolo, possiamo dire che oggi è la giornata del piccolo”. “La redenzione, la rivelazione, la la presenza di Dio nel mondo incomincia così e sempre è così”, ha proseguito: “La rivelazione di Dio si fa nella piccolezza. Piccolezza, sia umiltà sia… tante cose, ma nella piccolezza. I grandi si presentano potenti, pensiamo alla tentazione di Gesù nel deserto, come Satana si presenta potente, padrone di tutto il mondo: ‘Io ti do tutto, se tu…. Invece le cose di Dio incominciano germogliando, da un seme, piccole. E Gesù parla di questa piccolezza nel Vangelo”. “In una comunità cristiana dove i fedeli, i sacerdoti, i vescovi, non prendono questa strada della piccolezza, manca futuro, crollerà”, il monito del Papa: “Lo abbiamo visto nei grandi progetti della storia: cristiani che cercavano di imporsi, con la forza, la grandezza, le conquiste… Ma il Regno di Dio germoglia nel piccolo, sempre nel piccolo, il seme piccolo, il seme di vita. Ma il seme da solo non può”. Lo Spirito sceglie il piccolo, sempre”, ha sottolineato ancora Francesco, perché “non può entrare nel grande, nel superbo, nell’autosufficiente”. I teologi, per il Papa, “non sono coloro che sanno tante cose di teologia”, questi si potrebbero chiamare “enciclopedisti” della teologia: “Sanno tutto, ma sono incapaci di fare teologia perché la teologia si fa in ginocchio, facendoci piccoli”. “La piccolezza è grande”, è capacità di rischiare “perché non ha niente da perdere”, ha concluso il Papa, citando l’invito di San Tommaso: “Non spaventarsi delle cose grandi, ma nello stesso tempo, tenere conto delle cose più piccole”. Infine, un apprezzamento per le confessioni dei bambini: sono bellissime, perché raccontano fatti concreti.