Il primo atto prevede che il Comune, in accordo con l’associazione “Ora et Labora”, destini anche quest’anno al ricovero temporaneo di queste persone l’alloggio comunale di via Conquiste, già in comodato d’uso gratuito all’associazione stessa, fino al 30 aprile 2020. A differenza dello scorso anno, sarà il Servizio Politiche Sociali del Comune di San Benedetto del Tronto ad occuparsi della presa in carico dei soggetti possibili fruitori dell’alloggio, mentre “Ora et Labora” si farà carico della gestione materiale dell’alloggio il quale, di norma, sarà aperto dalle 19 alle 9 del giorno seguente per un massimo di 6 persone.
E’ importante ricordare che possono accedere a queste prestazioni i cittadini italiani, comunitari ed extracomunitari residenti a San Benedetto (questi ultimi in possesso di regolare documento di soggiorno ovvero in attesa di comprovato rinnovo dello stesso), gli apolidi residenti nel Comune, i minori non accompagnati trovati in stato di abbandono sul territorio comunale per i quali è prevista una procedura speciale.
Con la delibera con cui si assegnano alla Caritas Diocesana 15.000 euro, si sostengono interventi socio-assistenziali straordinari per garantire la tutela del diritto alla vita delle persone, in particolare di quelle persone che vivono in strada, monitorandone lo stato di salute, dando loro un riparo e prevenendo l’aggravamento di situazioni già compromesse dal punto di vista psico-fisico e sociale.
“Si tratta di un lavoro congiunto tra Amministrazione comunale e Caritas Diocesana – dice in proposito l’assessore alle politiche sociali Emanuela Carboni – che rafforza la rete già esistente nell’ambito del “Tavolo delle povertà” coordinato dall’Ambito Territoriale Sociale n. 21 di cui il Comune di San Benedetto del Tronto è capofila. Naturalmente – prosegue Carboni – gli interventi sono attuati in un’ottica assistenziale e non assistenzialista: fondamentale deve essere la partecipazione attiva dei soggetti ospitati ad intraprendere un percorso riabilitativo e di reinserimento sociale. In altre parole, deve esserci la disponibilità di queste persone a farsi aiutare, anche perché il loro problema non può ridursi all’assenza di una casa, seppur fondamentale, ma investe il complesso della loro identità e dignità”.