libri“Siamo di fronte a ragazzi che magari conoscono più parole rispetto a quelle conosciute dai loro coetanei fino a vent’anni fa, però, la loro attenzione è più superficiale sul testo”.
Lo dice Eraldo Affinati, scrittore e docente, commentando i dati dell’indagine Ocse Pisa, che segnalano il peggioramento della capacità dei quindicenni italiani di comprendere un testo. Solo il 5% dei 15enni avrebbe una comprensione “totale” di ciò che legge. “Credo che siano dati preoccupanti che segnalano un problema che dovrebbe essere al centro dell’attenzione politica, in particolare il fatto che un 15enne su quattro non comprende bene ciò che legge”. Secondo Affinati, “c’è anche un nesso con la rivoluzione digitale che stiamo vivendo, il fatto che i ragazzi crescano con i piccoli e grandi schermi in qualche modo ostacola una lettura approfondita del testo”. In quest’ottica, il lavoro da fare, a suo avviso, dovrebbe essere proprio della scuola, cioè “ripristinare le gerarchie di valore all’interno della grande rete”. “Il vecchio modo ottocentesco di valutazione e gerarchie di valore va inserito nella nuova civiltà digitale. Questo è il grande compito per la scuola di oggi”. Infine, le conseguenze per la società di domani. “Non possiamo liquidare la società tecnologica, che è positiva – sostiene Affinati -, ma dobbiamo fare in modo che venga rinnovata. Il lavoro va fatto dentro la scuola ma non può essere lasciata da sola. Serve un accordo con la famiglie e le altre agenzie educative. Il rischio per il futuro è quello di avere una società in cui prevalga l’interesse particolare e non il bene comune”.