Sì al “metodo sinodale”, no all’”astrazione”.
A pronunciarli è il Papa, nel testo scritto consegnato all’inizio dell’udienza concessa oggi ai redattori e i collaboratori di “Aggiornamenti sociali”.
“Il discernimento dei fenomeni sociali non può essere compiuto da soli”, il monito di Francesco: “Nessuno – nemmeno il Papa o la Chiesa – riesce ad abbracciare tutte le prospettive rilevanti: serve un confronto serio e onesto, che coinvolga tutte le parti in causa”.

Il “metodo sinodale”, come già insegnava Paolo VI, esige di “costruire una relazione, fatta di parole e di gesti, darsi un obiettivo comune e cercare di raggiungerlo. È una dinamica in cui ciascuno parla con libertà, ma anche ascolta ed è disponibile a imparare e a cambiare. Dialogare è costruire una strada su cui camminare insieme, e, quando servono, dei ponti su cui venirsi incontro e tendersi la mano”. “Le divergenze e i conflitti non vanno negati o dissimulati, come spesso siamo tentati di fare, anche nella Chiesa”, la tesi del Papa: “Vanno assunti, non per rimanere bloccati al loro interno – il conflitto non può mai essere l’ultima parola – ma per aprire nuovi processi”. “Guardarsi dalla tentazione dell’astrazione, di limitarsi al livello delle idee, dimenticando la concretezza del fare e del camminare insieme”, l’invito del Santo Padre, secondo il quale la rivista “evita questo rischio quando pubblica parole radicate in esperienze e pratiche sociali, nutrite da quella concretezza”. “Anche la ricerca intellettuale seria è un cammino fatto insieme, specialmente quando si affrontano questioni di frontiera, facendo interagire prospettive e discipline diverse e promuovendo relazioni di rispetto e amicizia tra le persone coinvolte, che scoprono come l’incontro arricchisce tutti”, fa notare Francesco esortando a “creare reti, partecipare a eventi, attivare gruppi di ricerca”.

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