La lettera del Papa sul significato e valore del presepe ci introduce ad una tematica costante nel magistero di Francesco.
Egli dice, infatti, che la tradizione delle famiglie di preparare questo segno nelle case “racchiude in sé una ricca spiritualità popolare”; è un’opera di evangelizzazione, manifesta la tenerezza di Dio e la sua attenzione ai poveri, essendo anche lui, Gesù, povero già nel suo nascere, nello spogliarsi del suo essere Dio. Questa argomentazione è dovuta alle radici culturali di papa Francesco e ai suoi maestri fra i quali Juan Carlos Scannone, morto il 27 novembre a Buenos Aires all’età di 88 anni.
Padre Scannone è considerato uno dei padri della “teologia del pueblo”, originale elaborazione argentina della teologia della liberazione, che privilegia la vicinanza alle classi popolari con un approccio storico-culturale. La teologia argentina, retroterra culturale del Papa, s’inscrive nella teologia sudamericana della prassi che ipotizza un costante confronto con i problemi del popolo. In un’intervista, Scannone disse: “La Teologia della Liberazione parte dall’opzione preferenziale per i poveri.
Nel conoscere la realtà, in quella che era chiamata la fase del ‘vedere’. ci si avvaleva della mediazione delle scienze sociali. Qualche teologo applicò in questa fase l’analisi marxista della realtà. In Argentina abbiamo percorso un’altra strada, non abbiamo fatto ricorso al marxismo e neppure al liberalismo. …Questa teologia guardava al popolo, mettendo insieme la visione conciliare della Chiesa come popolo di Dio con i popoli della terra”. Con Scannone vanno ricordati anche Lucio Gera, teologo del Concilio, e Rafael Tello. Insieme hanno approfondito la capacità della fede popolare di filtrare, comprendere e diffondere il messaggio evangelico.
Prosegue Scannone: “Per la teologia del popolo, ciò che conta è comprendere la Chiesa come popolo di Dio in dialogo con i popoli della terra e le loro culture”. I popoli indigeni seppero vedere la differenza tra il comportamento dei conquistadores cristiani e il messaggio evangelico diffuso dai missionari, fra cui merita un particolare ricordo Bartolomé de Las Casas. Una delle cause delle sofferenze inflitte alle popolazioni indigene fu la presenza dell’oro. Ancora oggi si muore per l’oro. Nei giorni stessi della morte di Scannone, abbiamo appreso da Avvenire che “nel municipio della Gran Sabana venezuelana, non lontano dal confine con il Brasile, nove persone sono rimaste uccise” a causa dell’oro presente in quelle terre. L’avidità è ancora la causa delle sofferenze in America Latina.