“La Chiesa non è un potere da amministrare o da distribuire, ma una testimonianza, un servizio da rendere”.
“Tutti siamo chiamati a essere, a dover essere, una comunità di battezzati, uomini e donne, laici, consacrati, consacrate, presbiteri, vescovi che fondono le loro energie e le loro vite al servizio della Chiesa”. Lo scrive Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede, in un articolo pubblicato sul nuovo numero di gennaio del mensile “Vita Pastorale” (Gruppo editoriale San Paolo), diretto da don Antonio Sciortino.
L’articolo s’intitola “La Chiesa non è un potere da distribuire”. Ruffini parla di “una sfida per i laici, certo. Una sfida anche per i presbiteri. Una sfida non ancora pienamente raccolta”. E poco oltre: “Da qui occorrerebbe ripartire. Laici e presbiteri, religiosi e religiose. Dalla riscoperta di ciò che ci unisce, piuttosto che dalla rivendicazione di ciò che ci divide, che è solo un compito. Da ciò che siamo, piuttosto che da ciò che non siamo. Siamo uniti, scriveva don Primo Mazzolari, non dal professionismo, sottospecie di fariseismo, non dal clericalismo, non dal laicismo, non dal potere, dal calcolo o dalla quantità; ma dalla risposta alla chiamata a essere una cosa sola”. Per Ruffini “tutti siamo Chiesa. E chissà cosa accadrebbe se ce ne rendessimo conto pienamente. Se non leggessimo la vita della Chiesa con le regole del potere ma alla luce della semplicità evangelica, dell’invito alla povertà”.