La notte del mondo sembra senza fine;
le stelle del cielo non bastano a illuminarla.
La notte dell’uomo è ancora più buia;
pallide stelle gli sprazzi di umano amore.
Una luce divina squarcia il buio del mondo:
la Donna ha generato il Figlio.
La promessa divina è carne nella grotta.
Speranza sicura nel buio dei secoli umani.
C. Bresciani
Carissimi,
nel buio del mondo che spinge a perdere la speranza, una luce si accende luminosa. Non viene da uomo, ma da Dio. Nel mondo distratto, che cerca speranza là dove alla fine trova solo delusione, scende dal cielo la fiamma che dà luce a tutto. Il buio peggiore nella vita è la mancanza di relazioni positive, l’incapacità di accogliersi, la chiusura su noi stessi che ci impedisce di accorgersi dei bisogni dell’altro.
Dio viene ad affiancarsi a noi e prende su di sé le nostre fatiche relazionali: accetta su di sé, senza alcuna ostilità, il rifiuto che lo costringe a nascere in una grotta: non c’è posto per lui. Egli rompe il buio del mondo accogliendo gli umili pastori che, forse solo per curiosità, vanno a vedere cosa è successo in quella mangiatoia. Rompe il buio del mondo perché, come paziente tessitore, ricuce con il filo dell’amore di Dio gli strappi creati dal distratto egocentrismo umano. È questo il filo più potente, capace di riparare ogni frattura e ogni strappo, reintrodurre luce nel buio delle solitudini umane e risanare ferite antiche e nuove.
Solo questo filo di divino amore può ridare speranza: è il filo che tiene viva e unita la Chiesa, lei pure ferita da tanti egoismi mai del tutto sopiti; è il filo che Dio affida alla Chiesa perché risani ogni divisione in un mondo lacerato da discordie; è il filo che deve animare le nostre comunità cristiane perché continuino a spandere la luce di Cristo; è il filo che deve animare le Unità Pastorali che nella Diocesi stiamo costruendo. Esse saranno tanto più luce che attira alla grotta (la Chiesa) per incontrare Colui che è nato per noi quanto più tesseranno le relazioni tra di loro con il filo dell’amore di Dio che tutti riunisce.
Colui che nascendo a Betlemme unisce la terra e il cielo, e da questa unità fa divampare una luce che annienta ogni oscurità umana, apre a noi la strada per unire in noi stessi cielo e terra, ci manda a portare questa luce di speranza ovunque attorno a noi, come i pastori che dopo aver incontrato Gesù alla grotta raccontano agli altri quello che hanno visto con i loro occhi.
Andiamo incontro a Gesù in quella grotta che è la Chiesa, lasciamo che con il suo filo di amore divino ricucia in noi la relazione con il Cielo; con lo stesso filo che Gesù ci dona ricuciamo le relazioni tra noi senza escludere nessuno, uniamo sempre più tra loro le nostre comunità, sapendo che nessuno di noi le possiede, ma di esse tutti noi siamo solo servitori per costruire l’unica Chiesa, corpo di Cristo.
A tutti voi, carissimi fedeli della nostra Diocesi e a tutti i suoi abitanti, il mio più cordiale e affettuoso augurio di un santo Natale. Dio stesso viene a riaccendere la speranza che non tutto è vano e le nostre fatiche non sono inutili. Su tutti voi invoco la luce divina che riaccende la speranza e la benedizione del Signore Gesù, nato per noi a Betlemme.
Buon Natale!