SAN BENEDETTO DEL TRONTO – I Re Magi han fatto tappa anche in Riviera. Nel loro lungo cammino verso Betlemme, si sono fermati presso la parrocchia San Filippo Neri, guidata da Don Gianni Croci. Lì, nel pomeriggio di sabato 4 gennaio, c’è stata una bella festa in loro onore. Soprattutto i più piccoli hanno gioito per questa simbolica rievocazione. Tanti i bimbi radunati in piazza per cantare e ballare, nell’attesa di Gaspare, Melchiorre e Baldassarre. Il trio regale (impersonato da Enrico Falcioni, Paolo Vagnoni ed Alessandro Straccia) è arrivato sulle note di una zampogna.
Entrati in chiesa, i tre hanno adorato il presepio. Poi si sono seduti vicino ai bambini, per raccogliere le loro lettere, da consegnare idealmente a Gesù Bambino, domani: giorno dell’Epifania. Il senso della loro “tappa” era proprio questo. Così si è rinnovata una tradizione per San Filippo Neri, visto che, fanno sapere dalla parrocchia, si ripete da almeno 15 anni. Anni vissuti da Don Gabriele Paoloni: attuale collaboratore pastorale e storico parroco, presente anche a questa edizione 2020.
Dopo la lettura del Vangelo, Don Gianni ha catturato l’attenzione dei bimbi con una breve catechesi sul senso dell’arrivo dei Magi e su quello dei loro doni. «Questi tre Magi ci dicono tre cose importanti per noi. E portano tre doni altrettanto importanti. Cosa ci dicono i magi? Ci dicono che la vita è un cammino da fare. Voi bimbi siete all’inizio di questa strada, i vostri genitori sono più avanti ed i vostri nonni ancora di più. Nella vita, dunque, non possiamo stare seduti. Dobbiamo metterci in cammino. Ma i Magi c’insegnano che lungo la strada possiamo incontrare anche qualche malintenzionato, come Erode, che voleva uccidere Gesù. Cosa fanno i Magi? Cambiano strada. Ecco dunque il loro insegnamento: dobbiamo essere presone in cammino, sulla strada giusta, perché a volte si possono fare incontri poco piacevoli. Secondo insegnamento: bisogna camminare non solo guardando la strada, ma anche il cielo. Lì ci sono le stelle che indicano il Nord, utile ai marinai per trovare la strada di casa».
«Dunque – ha proseguito il parroco, rivolgendosi sempre ai bimbi – quelle stelle dobbiamo guardarle anche noi. Chi sono? Possono essere il papà, la mamma, i catechisti, l’insegnante. E’ importante avere davanti a noi delle stesse, ossia dei punti di riferimento. Quindi camminare, avendo delle stesse, soprattutto papà e mamma: loro non ci indicano mai la strada sbagliata. Infine, l’insegnamento dei Magi ci dice quanto sono importanti per il Signore i bambini. I tre Re, mica vanno da un potente, mica vanno da Erode. Vanno a trovare un bambino. Perché Dio ama così tanto i bambini che s’è fatto bambino pure lui. Si è fatto bambino per insegnare a tutti noi come farci grandi».
Don Gianni ha concluso illustrando i doni: «Incenso che cosa ci dice? Il suo fumo che sale in alto ricorda la preghiera e dice che Gesù è un sacerdote e prega il Padre, aiutando anche noi a farlo. L’oro dice che Gesù è re, è un simbolo di regalità, ma una regalità interpretata come servizio. Per Gesù re non è chi comanda, ma chi serve. Infine la mirra che serviva per ungere i morti. Potrebbe sembrare un regalo improprio, ma è importante, perché ci dice che Gesù purtroppo alla fine perderà la sua vita per noi e, dunque, indica quale sarà la sua sorte. Dunque, l’incenso sta per la preghiera, l’oro per la regalità, la mirra per la morte e la resurrezione. Impariamo dunque dai Magi a pregare Gesù ed a metterci al servizio degli altri anche con qualche piccolo servizio domestico, senza mai dimenticarci l’importanza della verità e della sincerità»