Un’ondata di commozione ha travolto la Francia dopo il ritrovamento di un bambino privo di vita all’interno del carrello di atterraggio di un velivolo Air France operante tra Parigi e Abidjan (Costa d’Avorio). Anche i vescovi e i cattolici di Francia – dice padre Thierry Magnin, segretario generale della Conferenza episcopale francese, raggiunto telefonicamente dal Sir – sono rimasti molto toccati” dalla scoperta. Non si conosce ancora il nome e l’età precisa del bimbo né il motivo che lo ha spinto a prendere una decisione così estrema, sicuramente dettata dal sogno di raggiungere l’Europa. Il volo AF 703 era partito martedì sera da Abidjan ed è atterrato ieri poco dopo le 6 del mattino a Parigi. La procura di Bobigny, che non conosce l’identità della vittima, ha aperto “un’indagine per trovare le cause della morte” e capire come sia potuto accadere una simile tragedia. A tal proposito padre Thierry Magnin osserva: “Questo dramma umano solleva problemi di sicurezza su più livelli, che sono in corso di analisi. Mette comunque in evidenza fino a che punto le persone sono pronte a commettere azioni disperate di fronte alle tragiche difficoltà che affrontano, in cui i bambini sono spesso le prime vittime in tutto il mondo”.
A nome dei vescovi e dei cattolici di Francia, il segretario generale della Cef assicura preghiere e solidarietà. “La nostra preghiera si unisce alle famiglie colpite da questi drammi, nel silenzio della fraternità universale che chiama il nostro senso di solidarietà con tutti coloro che soffrono”. È la prima volta che un bambino così piccolo viene scoperto in queste circostanze. Esistono purtroppo casi precedenti: negli ultimi anni, diversi migranti clandestini, in maggioranza adolescenti africani, sono stati trovati morti per il freddo nei carrelli di atterraggio degli aerei o in stiva. Le temperature possono infatti scendere a -50 °C tra 9.000 e 10.000 metri, altitudine alla quale volano gli aerei di linea, e gli alloggiamenti del carrello di atterraggio non sono né riscaldati né pressurizzati. L’ultimo caso in Francia risale all’aprile 2013. Il cadavere di un ragazzo, probabilmente minore, era stato trovato sempre a Roissy nel carrello di atterraggio di un aereo proveniente dal Camerun.
Anche la Comunità di Sant’Egidio Francia si unisce al dolore. “La morte di un bambino nel carrello di un aereo non può lasciarci indifferenti”, si legge in un comunicato. La Francia è uno dei Paesi europei che ha aderito con l’Italia, il Belgio e Andorra, all’iniziativa dei corridoi umanitari. In questo Paese si sono potuti realizzare grazie alla collaborazione tra la Fédération protestante de France e Entraide protestante, la Conferenza episcopale francese e la Caritas in accordo anche qui con i ministeri dell’Interno e degli Affari Esteri. Dalla data del loro inizio nel luglio 2017 ad oggi, i corridoi hanno consentito a 287 persone di raggiungere la Francia in tutta sicurezza.
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