DIOCESI – Lectio delle Sorelle Clarisse del monastero Santa Speranza in San Benedetto del Tronto.
In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: “Ecco l’Agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo”».
Chi indica Giovanni? Un Dio che, innanzitutto, viene incontro all’uomo e lo fa per toglierli un peso, quello del peccato!
Peccato…e non peccati…l’incapacità di amare, di accogliere, di donare, il male di vivere, il male di essere…e non tutti quei gesti, quelle parole che, spesso e sempre allo stesso modo, elenchiamo, ogni volta, al sacerdote durante la confessione!
E Giovanni non ha paura di affermare, per ben due volte, riguardo questo Gesù: «…io non lo conoscevo…». Il più grande dei profeti, il più grande tra i nati di donna, l’emblema della coerenza, il votato solo a Dio ammette candidamente di aver avuto difficoltà a capire fino in fondo la portata della venuta di Cristo.
Giovanni aspettava un trionfatore, un battagliero, un Dio forte che avrebbe gettato la pula nel fuoco, avrebbe cioè “ripulito” il suo popolo sterminando i conquistatori. Invece, si trova davanti un agnello, un Dio povero, mite, così umile da mettersi in fila con tutti e come tutti per farsi battezzare dal Battista stesso.
Canta il salmista: «Sacrificio e offerta non gradisci…non hai chiesto olocausto né sacrificio per il peccato». Un Dio che non chiede pegno all’uomo per il suo peccato, che non chiede sacrifici, ma offre se stesso; un Dio che non pretende la nostra vita ma dona la sua, un Dio che non prende e non si appropria di nulla ma dona tutto.
Giovanni proclama ancora: «E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio». Non solo un brav’uomo, un profeta, un uomo di tenerezza e compassione grandi ma la presenza stessa di Dio, il volto manifesto di Dio, svelato dal Padre.
«Ho visto lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui»: questo il segno, lo Spirito che prende dimora stabile in Gesù mostrandolo come Figlio di Dio.
Di questo Giovanni è testimone perché ne ha fatto esperienza. E l’esperienza è quella di un Dio accessibile, visibile, chiaro, manifesto, incontrabile, evidente.
Quale volto di Dio anima il nostro cuore e la nostra vita? Giovanni ci aiuta a credere e dire che Cristo viene incontro ad ogni uomo, si fa carico di ogni nostra tenebra, paga i debiti che abbiamo contratto con la vita, non spegne alcuna fiamma smorta o vacillante, è disposto a portare su di sé ogni dolore, ogni violenza, ogni follia…il Dio Verbo che si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; il Dio che, a quanti lo hanno accolto e a quanti lo accolgono e dà potere di diventare figli di Dio.
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