“L’ignoranza della Sacra Scrittura rimane ampiamente diffusa, anche fra le persone colte”. A lanciare il grido d’allarme è il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, che ha modulato la sua introduzione al Consiglio episcopale dei vescovi italiani, in corso a Roma fino al 22 gennaio, sul tema della Parola di Dio, al centro della Domenica istituita dal Papa, che si celebrerà per la prima volta domenica prossima.
“Quando le persone – penso in particolare ai giovani – incontrano la Parola, ne ricavano una ricchezza inenarrabile, che conduce a scelte di vita donata nelle forme più diverse”,
ha testimoniato il cardinale. A livello sociale, l’analisi del porporato, “pesa una condizione materiale e morale di affanno permanente, un clima di precarietà diffusa, di incertezza e instabilità”.
A farne le spese sono soprattutto le famiglie, il cui sostegno “richiede politiche affidabili e continuative, che finalmente introducano sgravi fiscali proporzionati al numero dei figli”. I vescovi, intanto, guardano “con attenzione all’istituzione, con la Legge di bilancio, di un Fondo relativo all’assegno universale e ai sevizi alla famiglia:
vi riconosciamo una visione circa il valore sociale assicurato alla famiglia, un passo rispetto alla libertà di scelta dei genitori sull’educazione dei figli, un percorso che incentiva i giovani nell’avvio di un’attività professionale e un tentativo di armonizzare l’esperienza della genitorialità con quella lavorativa”. Quanto all’incontro promosso dalla Chiesa italiana a Bari, dal 19 al 23 febbraio, il presidente della Cei lo ha definito “l’occasione per dare risonanza, dalle diverse sponde del Mare, a quanto accade e poter avviare un processo di visioni condivise e collaborazioni fattive”.
“La guerra, in più punti del Mediterraneo, è l’esito di scelte miopi e interessate, dalle quali non sono estranee nuove logiche coloniali, avanzate dalle grandi potenze”,
ha tuonato Bassetti.
“Religiosità debole” e “solitudine diffusa”. Sono queste alcune caratteristiche dell’attuale “contesto pluralistico”, che “spesso finisce per considerare irrilevante la fede” e dove “sorgono le posizioni più diverse”, mentre
“del magistero ecclesiale si accetta solo ciò che è in sintonia con il proprio stile di vita”.
Il cardinale, in particolare, ha stigmatizzato “le reazioni esasperate di chi fatica ad accettare questa stagione e ha quasi bisogno di prenderne le distanze, invocando un impossibile ritorno indietro delle lancette della storia”. Altrettanto inaccettabili sono “le scorciatoie di quanti considerano ineluttabile la secolarizzazione della società: anche fra quanti si riconoscono cattolici, prevale spesso una religiosità debole, per cui del magistero ecclesiale si accetta solo ciò che è in sintonia con il proprio stile di vita”. “Mentre si riduce lo spazio d’incidenza delle istituzioni – tra cui la Chiesa – viene avanti anche una solitudine diffusa, che accompagna tante persone, le quali si sentono prive di riferimenti”.
“A livello ecclesiale non sarà l’attivismo – pur sostenuto dalle migliori intenzioni – a far la differenza”,
la tesi di Bassetti, che ha assicurato che i vescovi vogliono dar corpo ad “un profondo cambiamento di mentalità”, tramite gli Orientamenti pastorali che verranno messi a punto per il decennio che inizia quest’anno: ”In continuità ideale con il cammino educativo che ha attraversato il decennio, vogliamo farci missionari, portatori appassionati della proposta cristiana, convinti come siamo che l’incontro con il Signore Gesù rimane la risposta alle attese e alle domande di vita che albergano nel cuore; un incontro che diventa pieno quando suscita l’esperienza liberante della fraternità”, ha spiegato il cardinale. “Riscoprirne la centralità è condizione per dirsi e diventare cristiani: occorre tornare a un incontro personale e comunitario con la Parola. Parola mai ovvia, mai banale, tesoro inesauribile, che non afferreremo mai nella sua ricchezza e profondità”.
“Il sostegno alla famiglia richiede politiche affidabili e continuative, che finalmente introducano sgravi fiscali proporzionati al numero dei figli”,
la ricetta della Cei, che per bocca del suo presidente ha elencato le “tanti preoccupazioni quotidiane” che gravano sulle famiglie: “figli che non nascono, figli che stentano a trovare un lavoro dignitoso, figli che prendono la strada dell’estero; e, ancora, le tante preoccupazioni e difficoltà che, in un odo o nell’altro, segnano ogni famiglia, negli affetti coniugali, nelle relazioni tra generazioni, nella cura prestata ad anziani, disabili e non autosufficienti; una cura tanto più impegnativa laddove si misura con la penuria di servizi sul territorio”. “Per il bene di tutti – l’appello – chiediamo che le forze politiche, insieme alle parti sociali, sappiano davvero investire sulla famiglia, riportandola nello spazio pubblico, quale luogo decisivo da cui far ripartire il Paese”.
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